RASSEGNA STAMPA

      Nessun commento su RASSEGNA STAMPA

ERANO IN POCHI A PENSARE CHE LA SCHLEIN AVREBBE POTUTO RECUPERARE AI GAZEBO LO SVANTAGGIO NEI CONFRONTI DI BONACCINI VINCENTE COL VOTO DEGLI ISCRITTI. TUTTO DIPENDEVA DAL VOTO LIBERO DI SIMPATIZZANTI E VOTANTI. LE GRANDI CITTÀ SONO PROTAGONISTE DELLA RIMONTA DELLA SCHLEIN ANCHE PERCHÉ NELLE GRANDI CITTÀ LE CONSORTERIE E LE CLIENTELE SI DILUISCONO NELL’AMPIEZZA DEL VOTO. NON A CASO NEL SUD BONACCINI PRENDE I VOTI DELLA NOMENCLATURA E DEI FEUDATARI CON PERCENTUALI BULGARE. ANCHE LA SCHLEIN HA BENEFICIATO DEI VOTI DELL’APPARATO E DI ALCUNE CORRENTI MA NON IN MISURA VINCOLANTE. UN MILIONE E 300 MILA VOTANTI AI GAZEBO SONO LA VERA NOVITÀ DEL VOTO CONGRESSUALE. C’È QUELL’ARIA NUOVA DA TANTI AUSPICATA CHE CONSENTE ALLA SCHLEIN DI FARE RINASCERE SU BASI NUOVE IL PD.

1. SCHLEIN, LA PRIMA VOLTA DI UNA DONNA AL VERTICE: “CON ME UNA PICCOLA GRANDE RIVOLUZIONE”

Estratto dell’articolo di Niccolò Carratelli per www.lastampa.it

Qualcuno rivela di aver incontrato al proprio circolo il regista Nanni Moretti, «anche lui ha votato per Elly e ho detto tutto». L’ottimismo si fa largo, «siamo in vantaggio in 14 regioni», ma i dati ufficiali dalla sede del Nazareno non si vedono. Si moltiplicano, invece, gli arrivi al comitato. […]

2. OCCHETTO IN FILA AL GAZEBO DI PIAZZA FARNESE: “VOTO ELLY SCHLEIN, LEI TRAINO DELLA PARTECIPAZIONE E DEL RICAMBIO”

Estratto dell’articolo di Giovanna Casadio per www.repubblica.it

Bonaccini e Schlein evitino una coabitazione a freddo nel Pd”. Achille Occhetto – con basco, sciarpa e fumando la pipa – è in fila al gazebo di piazza Farnese. Attende paziente di votare alle primarie. Il leader, che con la svolta della Bolognina ha archiviato il Pci, cambiando la storia della sinistra, confida: “Io voto Schlein e credo che il successo di partecipazione si debba soprattutto all’aria fresca che lei ha portato”.

[…] “Io ho visto la freschezza dei partecipanti, il segno di un allargamento. E questo lo si deve a Schlein, perché ha avuto il merito di avere rinfrescato, aperto le porte, fatto entrare aria nuova. Entrambi gli sfidati poi sono persone capaci e meritevoli di fiducia”.

[…] Chi vota?

“Voto Schlein. Su di lei ho un giudizio positivo, ma da tempo, quando le primarie per la segreteria dem erano lontane. Feci un dibattito a Bologna con lei, Prodi e Bersani che muoveva dall’intreccio tra questione ambientale e sociale, centrale nel mio ultimo libro. Scoprii grande sintonia. Elly ha avvicinato il partito ai giovani, incarna il ricambio generazionale e di genere”.

Il Pd è a un bivio: o cambia o muore? Ci sono similitudini con la “sua” svolta della Bolognina?

“È a un bivio, sì. L’interpretazione giornalistica, piuttosto rudimentale, parla di una area più politicista e di continuità (Bonaccini) e di un’altra più movimentista e che si rivolge più a sinistra (Schlein). Ma il problema è di evitare il cristallizzarsi di due unilateralità. Per quanto riguarda la Bolognina, anche il Pd deve buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma sono situazioni profondamente diverse”.

Quindi quale consiglio dà al/alla neo leader?

“Che non si può creare una coabitazione a freddo, ma occorre al nuovo Pd una fusione tra pragmatismo e utopia del possibile dentro cui collocare i passi, anche piccoli, di un riformismo che sia però guidato da una visione. Come dice Gianni Cuperlo c’è un limite delle primarie”.

[…]  Battere la destra di Meloni si può?

“Non so in quanto tempo, ma si può e si deve, però trovando la propria identità ideale e politica. È finito il tempo di chiedere a un partito per definirsi se si allea con Calenda o con Conte”.