RASSEGNA STAMPA

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A SUO MODO GIORGIA MELONI HA GUADAGNATO I RIFLETTORI DELLA CRONACA DEL CONSIGLIO EUROPEO GRAZIE AL DISSENSO ESPRESSO NEI CONFRONTI DEL PRESIDENTE MACRON, REO DI AVERLA ESCLUSA DALL’INCONTRO A PARIGI CON SCHOLZ ZELENSKY E CON CIÒ INCRINANDO LA COMPATTEZZA DEL FRONTE EUROPEO. LA RISPOSTA DI MACRON È SECCA E NON EQUIVOCABILE E CIOÈ CHE È NELLA FACOLTÀ DI ZELENSKY, COME DI OGNI CAPO DI STATO, SCEGLIERE LA “FORMA” DELL’INCONTRO, NEL SENSO DI CHI VI PUÒ PARTECIPARE. ZELENSKY PUÒ AVERE AVUTO PIÙ MOTIVI PER NON VOLER INCONTRARE LA MELONI, A COMINCIARE DALLE ARMI ANCORA NON INVIATE A KIEV, ALLA VISITA ANNUNCIATA E MAI AVVENUTA, PER NON DIRE DEL MANCATO VIDEO AL FESTIVAL DI SANREMO DERUBRICATO A MESSAGGIO SCRITTO. SE POI LA MELONI, IN CONFERENZA STAMPA, SI LASCIA ANDARE ALL’AFFERMAZIONE CHE, PRIMA DI LEI (DRAGHI?), L’ITALIA PER IRRILEVANZA FACEVA LA FOTO DI GRUPPO E POI LASCIAVA DECIDERE AGLI ALTRI, È DEL TUTTO EVIDENTE CHE SIAMO IN PRESENZA DI UNA FORMA DI AUTOSUGGESTIONE DELIRANTE. SARANNO I FATTI A DIRE QUANTO DURERÀ L’ISOLAMENTO FRA I PARTNER EUROPEI IN CUI LA MELONI, PER VOLER STRAFARE, SI È CACCIATA. NESSUN PAESE DELL’UE, PER QUANTO SOLIDO E ATTREZZATO, PUÒ FARE A MENO DEL VINCOLO EUROPEO, MENO CHE MAI L’ITALIA.

1. SALTA ANCHE IL BILATERALE CON ZELENSKY VENDETTA DI GIORGIA, ASSE COI SOVRANISTI

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

Ha le braccia conserte, gli occhi fissi altrove per evitare di incrociare quelli di lui, le dita che porta nervosamente alla bocca e poca voglia di sorridere. Il broncio di Giorgia Meloni appare ai fotografi dietro il sorriso di Emmanuel Macron nella sala dove i leader attendono l’arrivo di Volodymyr Zelensky.  È l’immagine che consegna l’umore di una giornata complicata e a tratti confusa.   […] Dopo aver attaccato Macron, Meloni ritrova gli alleati di sempre, il premier polacco Mateusz Morawiecki e il ceco Petr Fiala. È l’altra fotografia della giornata. Lei seduta accanto ai vecchi amici, dopo essere stata esclusa dalla cena di Parigi organizzata dal presidente francese per Zelensky e allargata solo al cancelliere tedesco Olaf Scholz.  […] Meloni è la leader dei conservatori europei, e ha un peso politico crescente che Morawiecki e Fiala vogliono e possono sfruttare in Consiglio. L’orizzonte sono le Europee del 2024, quando – sono convinti – gli equilibri in Europa potrebbero cambiare, a favore della destra. Si accordano di «allineare le posizioni», soprattutto sul tema dei migranti, tema che lacera l’Unione. Ed è la risposta che prepara Meloni, contro Macron. Ma le serve anche a fermare l’eco che arriva dall’Italia, che racconta di un governo isolato, messo ai margini, compromesso dallo strappo con la Francia e dalle poche simpatie con i tedeschi. La giornata della premier è una rincorsa continua a smentire questa percezione. Sono ore non facili per i diplomatici, per chi deve negoziare e ricucire. L’episodio del bilaterale sfumato con Zelensky è un altro possibile cratere dove la premier vede precipitare tutta l’impalcatura della sua credibilità internazionale. Un bilaterale declassato a «lunga conversazione». Da cronometro, è durato qualche minuto.   […] Messi in fila, uno dopo l’altro i dispiaceri europei per il governo italiano non sono pochi. Prima ancora che partano i negoziati in Consiglio, dalla Commissione europea arriva lo stop alla proroga di un anno delle concessioni balneari, decisa l’altro ieri dalla maggioranza di destra in Italia. E ancora: con numeri schiaccianti la commissione per l’Industria del Parlamento europeo dà il via libera alla direttiva Ue sulle “case green” che Meloni e l’intera coalizione avevano minacciato di voler sabotare. […]

2. LA RELAZIONE DA COSTRUIRE TRA MELONI E MACRON E IL RUOLO SPECIALE DELLA FRANCIA IN UCRAINA

Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per “www.corriere.it”

La risposta di Emmanuel Macron a Giorgia Meloni cerca di smorzare i toni, ma tiene il punto. Il presidente francese vorrebbe ignorare la questione – «Non ho commenti da fare» – ma poi invece commenta, precisa, rivendica: «Ho voluto ricevere il presidente Zelensky, assieme al cancelliere Scholz, e penso che facesse parte del mio ruolo. La Germania e la Francia, come sapete, hanno un ruolo particolare da otto anni sulla questione». Il riferimento è al «formato Normandia», cioè l’azione diplomatica a quattro – Ucraina, Russia, Francia, Germania – inaugurata nel giugno del 2014 che portò pochi mesi dopo agli infruttuosi accordi di Minsk. Macron rivendica il peso diplomatico speciale di Parigi e Berlino, non da oggi, nella questione dell’Ucraina, e aggiunge una frase che chiama in causa le scelte del presidente ucraino: «Credo che spetti anche a Zelensky valutare i formati che preferisce». Come a dire, non abbiamo fatto tutto da soli, anche l’Ucraina ha partecipato alla scelta della cena a tre Macron-Scholz-Zelensky all’Eliseo. E c’è chi sottolinea che Zelensky, rifiutato in video al Festival di Sanremo, è stato ben felice di essere accolto di persona a Parigi. Da parte francese c’è una forma di sorpresa rispetto alla reazione di Giorgia Meloni. Dopo la crisi della Ocean Viking del novembre scorso i rapporti sono tornati cordiali […].   Ci sono ragioni di fondo – non ultima l’entrata in vigore del Trattato del Quirinale – che spingono per una collaborazione continua tra Francia e Italia, tanto è vero che le due diplomazie stanno perfezionando l’incontro tra il ministro dell’Interno italiano Matteo Piantedosi e quello francese Gérald Darmanin […]. Ma poi la qualità di una relazione si basa anche su rapporti personali e alcuni automatismi tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni ancora non sono scattati.   […] Un altro aspetto di cui tenere conto è che la cena di mercoledì sera senza l’Italia sembra essere stata organizzata in poco tempo, in risposta al viaggio a sorpresa di Zelensky a Londra. Francia e Germania avranno pure da tempo un ruolo speciale nella questione ucraina, ma negli ultimi mesi Macron e Scholz sono apparsi spesso titubanti sull’atteggiamento da tenere nei confronti di Putin, tra l’ossessione di Macron di «non umiliare la Russia» e quella di Scholz di non tagliare le linee di approvvigionamento energetico. Dovevano quindi recuperare.   […] Nei momenti di concitazione, una relazione personale solida e facile può aiutare, ma questa ancora non si è sviluppata tra Macron e Meloni. A Parigi molti comprendono che Emmanuel Macron possa irritare, con il suo protagonismo e la tentazione di auto-attribuirsi il ruolo di presidente non solo della Francia ma un po’ di tutta l’Europa, […] ma si sottolinea che una relazione di intesa speciale va costruita in due, e a dimostrare di volerla deve essere quindi anche l’Italia. Altrimenti, rischiano di prendere il sopravvento i vecchi riflessi, e quindi l’eterna riedizione di uno stanco asse franco-tedesco.