RASSEGNA STAMPA

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LA VISITA DI GIORGIA MELONI IN ALGERIA E L’INCONTRO CON I VERTICI DI QUEL GOVERNO POTEVA ANCHE SEMBRARE UNA VISITA DI SEMPLICE E INTERESSATA CORTESIA MA, ALLA LUCE DI QUANTO DICHIARATO DAL PRESIDENTE DELL’ENI, SI TRATTA DELL’AVVIO DI UN’OPERAZIONE STRATEGICA QUANTO ALL’APPROVVIGIONAMENTO ENERGETICO DI GAS. NON SI TRATTA SOLTANTO DI AVERE DALL’ALGERIA UN AUMENTO NELLA FORNITURA DI GAS RISPETTO AI VOLUMI ATTUALI MA FARE DELL’ITALIA, POTENZIANDO IL GASDOTTO GIÀ ESISTENTE, IL GRANDE HUB DEL MEDITERRANEO ATTRAVERSO IL QUALE RIFORNIRE DI GAS L’EUROPA SVINCOLANDOLA DALLA DIPENDENZA DALLA RUSSIA. QUANTO ALL’ITALIA, ENTRO IL 2024 SI SARÀ LIBERATA DA OGNI DIPENDENZA DALLA FORNITURA RUSSA DIVENTANDO, SEMMAI, ESPORTATRICE DEL GAS PROVENIENTE DALL’ALGERIA.

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

«Occorre ragionare in termini sistemici. Come fa da sempre la Francia, dove destra e sinistra possono anche litigare su tutto, ma sui temi di interesse nazionale si uniscono, ed esiste prima il Paese». Claudio Descalzi è l’uomo che va a caccia di energia per l’Italia, nel mondo. «[…] continuando così […] raggiungeremo il risultato di essere autonomia dal gas russo nell’inverno 2024/2025». Descalzi è ad Algeri, nella capitale del Paese su cui l’Italia ha scommesso più di altri, per rimpiazzare le forniture di Mosca […] l’ad di Eni è qui per accompagnare […] Giorgia Meloni per il suo piano di sviluppo e cooperazione tra Nord Africa ed Europa. «Il piano Mattei […] ha al centro il sogno di rendere l’Italia «un hub fondamentale di approvvigionamento per l’Europa». Descalzi […] vuole tenere i piedi piantati bene a terra, perché sul progetto immaginato da Meloni servono tempo, investimenti e soprattutto infrastrutture: «Con il collo di bottiglia che abbiamo tra Campania, Abruzzo e Molise, dal Sud possono arrivare al massimo 126 milioni di metri cubi al giorno, e siamo quasi al limite. Snam ha lanciato un piano di espansione che deve essere approvato da Arera», ma «direi che è una delle cose più necessarie che abbiamo, perché venendo tutto il gas dal Sud, se abbiamo questo collo di bottiglia, il concetto di hub è un grande potenziale che non si esprime».  […] «[…] è necessaria continuità politica sui progetti strategici». La continuità politica di cui parla Descalzi non va scambiata con la stabilità dei governi. Al manager interessa il fatto che ci sia convinzione sui progetti che hanno un proiezione lunga anni, che vanno faticosamente costruiti attraverso relazioni internazionali e scambi commerciali. […] l’Italia si è mossa, è andata avanti con la diversificazione, per non ripetere l’errore di restare vincolati a un unico Paese fornitore, com’è stata la Russia per anni. Azerbaigian, Nigeria, Angola, Congo, Mozambico, Egitto, Libia (che da sola «vale 12-14 miliardi di metri cubi in termini di capacità») Stati uniti, Norvegia: l’elenco è lungo. Non solo metano, ma anche gas liquido. «E spero che i rigassificatori dai tre attuali, possano diventare cinque, con Piombino e il Ravennate». Già così, continua Descalzi, «siamo riusciti a recuperare il 50% del gas russo». La parte del gigante la fa l’Algeria. «Siamo gli unici ad avere una connessione via pipe, che ha una capacità di circa 36 miliardi di metri cubi, ancora sottoutilizzata: sono ancora circa più di 10 miliardi che possono arrivare in Italia». […] Per il futuro, si studia invece una nuova idea di gasdotto […]: in grado di trasportare non solo gas, ma anche idrogeno, ammonia ed elettricità. […] Lavorando «su un programma di acquisizione gas e un programma di infrastrutture importante» l’hub del Mediterraneo è realizzabile, anche in un Paese dove ci si divide su tutto e dove basta un ricorso al Tar per bloccare ogni cosa. […]