RASSEGNA STAMPA

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QUANDO BERLUSCONI TACE VUOL DIRE CHE RIMUGINA. VOLEVA L’AUMENTO DELLE PENSIONI A MILLE EURO MA LA MELONI SI È SPINTA FINO A 570, CIOÈ QUASI ZERO. NESSUNA RISERVATA TRATTATIVA CON BERLUSCONI CHE NON SOPPORTA DI ESSERE IGNORATO. VORREBBE METTERSI DI TRAVERSO INCARICANDO LA RONZULLI E I BERLUSCONIANI DI STRETTA OSSERVANZA MA È LA FIGLIA MARINA ANCORA UNA VOLTA A FARLO DESISTERE. C’E’ CHI PREVEDE UN RUOLO SEMPRE PIÙ ATTIVO POLITICAMENTE DELLA FIGLIA DEL FONDATORE DI FORZA ITALIA ANCHE SE, FINO AD OGGI, HA SEMPRE DECLINATO OGNI INVITO A “SCENDERE IN CAMPO.”

Articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”

Adesso in tanti hanno ricominciato a dire che il vero leader di Forza Italia è Marina Berlusconi, la figlia prediletta del Cav. Che martedì, dopo un pranzo con il padre, lo ha convinto a non riaprire il negoziato con Meloni sulle pensioni minime e sulla legge di stabilità. Era stato il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani lunedì sera a dire «sì» alla manovra, seppure a denti stretti, perché l’aumento delle minime si è fermato a 570 euro, lontano dai mille promessi da Berlusconi in campagna elettorale, e anche dai 600 che per l’ex premier sarebbero stati la soglia minima presentabile. Ma subito dopo si era messa in moto l’ala radicale del partito che fa capo alla presidente dei senatori Ronzulli, irritata per aver dovuto dare via libera alla legge di stabilità senza aver potuto neppure sfogliare il testo e le tabelle della legge. Di qui la discesa in campo, da Arcore, del Fondatore, dispiaciuto perché Meloni non lo consulta mai al telefono e deciso a piantare una grana proprio il giorno della conferenza stampa sulla manovra. È a questo punto che è entrata in azione Marina. E dopo aver incontrato la figlia, il Cav. ha cambiato idea. Si dirà che non è la prima volta che Marina interviene nei momenti delicati. Ma negli ultimi tempi accade più spesso. L’ultima, prima di questa, è stata dopo il rifiuto di Forza Italia di non partecipare all’elezione di La Russa Presidente del Senato: un’inutile prova di forza, conclusa con la decisione finale di Berlusconi di votarlo, dopo una plateale lite in aula con il candidato di Fratelli d’Italia. In passato toccava a Confalonieri e a Gianni Letta, peraltro non sempre d’accordo, il ruolo di massimi consiglieri del Fondatore. Ora invece è la figlia a indurlo a una maggiore ragionevolezza. Conoscendolo come solo lei può conoscerlo, è la prima a sapere che il disagio del padre è soprattutto psicologico. Costretto a una vita più controllata ad Arcore, lontano dalla prima linea, il Cav non accetta il silenzio che la premier ostenta nei suoi confronti, facendolo sentire emarginato. Anche Meloni dovrebbe rifletterci più seriamente: perché l’amarezza di Berlusconi, continuando così, potrebbe presto passare dalla dimensione personale a quella politica, sfuggendo anche all’attento controllo di Marina.