RASSEGNA STAMPA

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SE SALVINI PENSAVA DI AVERE UN RAPPORTO PRIVILEGIATO CON LA MELONI, ALL’INTERNO DELLA MAGGIORANZA DI GOVERNO, SI È DOVUTO RICREDERE. LA MELONI SI FIDA DI GIORGETTI ED A SALVINI NON RESTA CHE PRENDERNE ATTO MENTRE NEI SONDAGGI LA LEGA CONTINUA A SCENDERE SUPERATA DAL TERZO POLO. NELLA LEGA I MUGUGNI SONO SEMPRE PIÙ ESPLICITI E LA LEADERSHIP DI SALVINI A RISCHIO.

Estratto dell’articolo di Emanuele Lauria per “la Repubblica”

Uno accanto all’altra, nella sala conferenze della presidenza del Consiglio. Ma per l’ex Capitano è una prima volta da comprimario, certamente diversa da quella che immaginava fino a un paio di mesi fa, durante una campagna elettorale in cui almeno ufficialmente puntava ancora alla poltrona di Draghi, in un partito che si chiamava – e si chiama tuttora – “Lega per Salvini premier”. E invece eccolo lì, il segretario del Carroccio, a fare anche plasticamente da spalla a Giorgia Meloni, a rappresentare in tono minore un partito dove sono ripresi (ma erano mai cessati?) borbottii e solite manifestazioni silenziose di dissenso. A un mese dall’avvio del governo, i sondaggi dicono che la nuova avventura in un esecutivo di centrodestra non sta portando alla Lega i benefici auspicati da Salvini. Se Meloni, asso pigliatutto, cresce oltre il 30 per cento, gli ex lumbard continuano la loro picchiata: secondo Swg il Carroccio è al 7,6 per cento, sorpassato pure dal Terzo Polo. Salvini si trova in una situazione difficile. “La premier non gli fa toccare palla”, nota un influente compagno di viaggio del leader appannato che anche nel suo intervento durante la presentazione della manovra va poco oltre la ripetizione di alcuni temi-chiave che nella manovra sono solo abbozzati: “Per la pace fiscale siamo al primo passo, l’ho detto a Giancarlo (Giorgetti) e a Maurizio (Leo)”. Lo spettro è quello di un iperattivismo vuoto, da parte del segretario leghista, cosa differente da quello che quando era al Viminale, nel governo gialloverde, lo portò al 34 per cento e al trionfo alle Europee. Di contro, Meloni è persino sovraesposta, con una debordante voglia di fare sulla nuova ribalta, con un protagonismo che al G20 di Bali, registra chi ha vissuto quell’esperienza, l’hanno portata a non risparmiarsi negli incontri con i capi di Stato e di governo internazionali. […]    Ma così va, nel primo governo italiano retto da una donna che sta imprimendo il massimo sforzo alla sua navicella, al prezzo magari di gaffe e nervosismo nelle uscite pubbliche (dai bisticci con i numeri agli attacchi alla stampa), ma con il rischio – avvertito da molti – di un inner circle non all’altezza, di cui all’esterno viene riconosciuta piena affidabilità solo a Alfredo Mantovano, Francesco Lollobrigida, Giovanbattista Fazzolari. Per il resto, permangono negli ambienti di governo i vecchi interrogativi sulla qualità della classe dirigente di FdI. […]