GOVERNO:SARA’ “UN MOMENTO STORICO” MA I NUMERI DICONO ALTRO…

GOVERNO:SARA’ “UN MOMENTO STORICO” MA I NUMERI DICONO ALTRO…

Luigino Di Maio non rinuncia a ridere, nemmeno quando davanti a microfoni e taccuini deve riconoscere che a Palazzo Chigi non gli hanno consentito di andare.Si consola con la “storia” che ,a suo dire, veste di gloria il nascente governo giallo-verde. Notoriamemente è specializzato nel ritrattare le sue stesse affermazioni nel giro di 24 ore e,quindi,non deve meravigliare se spaccia per un successo suo e della Casaleggio Associati portare a Palazzo Chigi il giurista  professor Conte.Se 70 e più giorni sono trascorsi inutilmente,in un penoso gioco di veti e di bluff, lo si deve soprattutto all’ostinazione di Di Maio di voler andare a Palazzo Chigi.Ha offerto di tutto, si è piegato a qualsiasi compromesso consapevole del valore politico di una sua nomina a premier.Era la consegna della Casaleggio:palazzo Chigi a qualsiasi costo.Alla fine Salvini ha fatto capire che,a insistere,saltava il “contratto” e Di Maio si è rassegnato.L’ossessione di Di Maio per Palazzo Chigi rimane consegnata più al folklore che alla politica pur essendo evidente che l’obiettivo era tutt’altro che secondario.Ma torniamo alla “storia” evocata da Di Maio con eccitazione all’uscita dall’incontro con Mattarella.Il governo, stando ai numeri, alla democrazia diretta,alla piattaforma Rousseau e ai gazebo padani è stato approvato dal “popolo”.Hanno votato alcune decine di migliaia,complessivamente,di cittadini elettori. Per Di Maio e la “storia” da lui evocata soltanto 44mila dei 170 mila iscritti al M5Stelle si sono pronunciati a favore del governo nascente.Anche ai gazebo della Lega si sono recati alcune decine di miglia di votanti con una percentuale di consensi del 94per cento.Un successo-non v’è dubbio- in un Paese di 60 milioni di abitanti e 46 milioni di elettori.Il governo si farà perché è difficile tornare indietro e giustificare il fallimento.Bisogna vedere quanto durerà. Il “contratto” ha il merito di indicare la direzione di marcia e gli obiettivi da raggiungere.Non spiega,però, come raggiungere gli obiettivi e,soprattutto,dove trovare i miliardi che occorrono.Si suppone che una qulche idea ce l’abbiano come quella della “pace fiscale” che altro non è che un condono fiscale. Per chi ha sempre parlato di legalità e di lotta alle ruberie ci si aspettava una “caccia” agli evasori  fiscali e non un condono così come ci si aspetta di vedere come verrà contrastata la corruzione.Se pensano,Di Maio e Salvini, di limitarsi ai vitalizi parlamentari,al porto d’armi contro i ladri, alla galera per i “furbetti del cartellino”, all’integrazione dei fondi già esistenti per gli aiuti alle famiglie , alla cacciata dagli asili nido dei bambini figli di emigrati nati in Italia, alla distrazione di fondi dall’assistenza ai migranti alle operazioni di respingimento, non inconteranno difficoltà.Ma non sono questi i problemi.L’Italia non è la Grecia e il suo destino, per la sua posizione geopolitica e per il peso che ha nell’Unione Europea, non lascia indifferente né le cancellerie né le potenze mondiali.Soltanto un colossale deficit di cultura di governo e di politica internazionale può spiegare il pronunciamento di Lega e 5Stelle di revocare le sanzioni a carico della Russia di Putin.Nelle prossime settimane si accorgeranno con quali poteri ,che non vanno nei talk show, dovranno fare i conti. Rivendicano di avere ribaltato i riti della politica mettendo avanti le cose da fare rispetti ai nomi di chi deve occuparsene. Il leader,a detta di Di Maio, non sarà il designato professor Conte ma il “programma”, come a dire che il professore è il presidente “esecutore” di ciò che lui e Salvini decideranno.Il bello è che,con la Costituzione fatta a pezzi, non è nato nessun comitato in difesa come ai tempi del referendum voluto da Renzi.Si è fatto sentire Zagrebelsky con una intervista a Repubblica che avrà fatto fischiare le orecchie a Mattarella ma di quel 60 per cento di elettori, comitati,teatranti e “girotondi” che disse no al referendum voluto da Matteo Renzi , non si è fatto vivo nessuno né Zagrebelsky può bastare a coprire la loro colpevole latitanza.