RASSEGNA STAMPA – Non sapremo mai come sono andate le cose…

BASTAVA OSSERVARE LE PRESENZE AI BANCHI DEL GOVERNO MENTRE IL MINISTRO PIANTEDOSI SNOCCIOLAVA LA SUA BUROCRATICA VERSIONE DEI FATTI PER CAPIRE CHE IL GOVERNO NON È INTERESSATO ALLA VERITÀ. SI ANDRÀ AVANTI, COME IN ALTRE TRISTI OCCASIONI, CON VERSIONI CONTRASTANTI MA ATTENDIBILI, AFFIDANDOSI AI TEMPI DELLA MAGISTRATURA, MENTRE QUALCHE NOVITÀ VERRÀ DA BRUXELLES PER I CORRIDOI UMANITARI DOPO I 500 MILIONI DI EURO GIÀ STANZIATI. LA CURA AVUTA DA SALVINI, BENCHÉ MINISTRO DELLE GUARDIE COSTIERE, NEL TENERSI LONTANO DAGLI INTERROGATIVI SUL NAUFRAGIO, RIVELANO LA VERA POSTA IN GIOCO DELLO SCONTRO POLITICO. PIANTEDOSI, IN QUANTO TECNICO, POTREBBE ANCHE ESSERE SACRIFICATO MA SALVINI VA TENUTO AL RIPARO DA OGNI ADDEBITO. PUR VOLENDO, LA MELONI NON PUÒ VOLERE LA VERITÀ SE NON A RISCHIO DI UN TERREMOTO POLITICO. NE’ PIANTEDOSI È DISPONIBILE A CARICARSI COLPE, DECISIONI E RESPONSABILITÀ ALTRUI . TRADOTTO DAL LATINO: O INSIEME LA FANNO FRANCA OPPURE INSIEME CADONO. LA STORIA CI INSEGNA CHE C’È SEMPRE UNA RAGION DI STATO PER ADDIVENIRE AD UNA VERITÀ CONCORDATA SENZA COLPEVOLI E SENZA RESPONSABILI. SE NON UN QUALCHE ADDETTO ALLE COMUNICAZIONI QUEL SABATO SERA DISTRATTO O MALMESSO.

Estratto dell’articolo di Giusi Fasano per “www.corriere.it”

Fra le tante cose che non sappiamo di quella notte ce n’è una che, da sola, basterebbe a sciogliere i nodi più grossi dell’inchiesta sui mancati soccorsi. E cioè: chi ha materialmente preso la decisione di trattare la segnalazione arrivata da Frontex come un’operazione di polizia e non di soccorso in mare? Ci sarà pur stato qualcuno che ha deciso e ordinato l’azione di law enforcement e non di Sar che, appunto, sarebbe stato soccorso in mare.  […] Ci sarà stato un momento preciso in cui un ufficiale della Finanza o uno della Costiera (o magari tutti e due, comunicandosi a vicenda la decisione) avranno attivato l’operazione di polizia marittima escludendo il soccorso. Ecco, un dettaglio che non sappiamo è com’è andato quel passaggio preciso.

Versioni in contrasto

C’è un altro punto raccontato dalla nostra cronaca nei giorni scorsi e ancora oggi non chiarito. Riguarda le versioni di Guardia Costiera e Guardia di Finanza nelle loro relazioni di servizio. Dice la Finanza: «Alle ore 3.40 circa la Sala Operativa del comando provinciale Gdf di Vibo Valentia comunicava all’Autorità Marittima di Reggio Calabria, che le due unità navali della Guardia di Finanza sono state costrette a interrompere la navigazione per avverse condizioni meteo marine. Gli operatori di sala richiedevano alla medesima Autorità l’intervento di proprie unità navali per raggiungere il target, senza ricevere riscontro». La Guardia Costiera annota la stessa comunicazione in modo decisamente diverso, e la colloca 8 minuti dopo la Finanza. «Alle ore 3.48 — dice la sua relazione di servizio — la Gdf di Vibo Valentia contattava Reggio Calabria (l’Autorità marittima, ndr) per informare che la Vedetta 5006 e il Pattugliatore Barbarisi (di cui si apprendeva solo in quel momento la presenza in attività operativa in mare) stavano facendo rientro per condizioni meteorologiche avverse. Veniva precisato che in quel momento le imbarcazioni della Gdf non battevano nulla al radar e che quando la Gdf di Vibo Valentia ha chiesto se ci fossero assetti in attività della Guardia costiera, veniva sottolineato che al momento non vi erano unità in attività operativa, ma che sarebbero state impiegate in caso di richieste di soccorso».

Finanza e Guardia Costiera «concordano»

Chi ha ragione? La Gdf che dice «abbiamo chiesto unità navali senza riscontro»? O la Costiera che dice «ci hanno chiesto se avevamo in mare unità navali e abbiamo detto: no, ma se serve le mandiamo»? Sempre nella nota delle 3.48, la Guardia Costiera inserisce un passaggio dal quale sembra che la decisione di non far uscire le sue motovedette sia stata presa in comune, con la Guardia di Finanza. Ecco il passaggio: «Gdf di Vibo Valentia e Autorità marittima di Reggio Calabria concordavano circa la mancanza di elementi di criticità, in considerazione del fatto che l’unità era in assetto (non appariva sovraccarica o sbandata), che a bordo era visibile solo una persona e che l’ultima posizione nota era a circa 40 miglia dalla costa». […]   Il mare non era nelle stesse condizioni di cinque ore prima, quando Frontex aveva avvistato e segnalato il barcone come probabile barca carica di migranti, che «in viaggio a 6 nodi, a 40 miglia dalla costa», che aveva «una buona linea di galleggiamento» con a bordo «una sola persona sul ponte» ma probabilmente molte persone in coperta, come rilevavano i suoi strumenti termici. Che ci fossero trafficanti di esseri umani, su quella barca, lo diceva anche la rilevazione di un telefono cellulare turco. E allora. Alla luce di tutto questo, è normale decidere un tipo di intervento piuttosto che un altro basandosi su una segnalazione vecchia di 5 ore? […]