RASSEGNA STAMPA

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LA PRESENZA DI MATTARELLA A SANREMO NON HA NULLA A CHE FARE CON LE CANZONETTE ANCHE SE L’EVENTO MUSICALE HA COL TEMPO ASSUNTO LA RILEVANZA IDENTITARIA DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONAL-POPOLARE PIÙ SEGUITA ALL’ESTERO, RUSSIA COMPRESA. MATTARELLA ERA A SANREMO PER IL 75ESIMO DELLA NOSTRA COSTITUZIONE, L’INNO DI MAMELI E ROBERTO BENIGNI CHE AVEVA IL COMPITO DI SPIEGARE, A MODO SUO, PERCHÉ È LA COSTITUZIONE “PIÙ BELLA DEL MONDO”. ESPLICITO IL RIFERIMENTO AL VENTENNIO FASCISTA CHE “MAI PIÙ” DEVE PRESENTARSI SULLA SCENA DELLA STORIA CON L’AVVENUTA CONQUISTA DELLA LIBERTÀ, PILASTRO FONDATIVO DELLA CARTA COSTITUZIONALE. “MAI PIÙ” NEMMENO SOTTO FORME CAMUFFATE DI ACCETTAZIONE DEL CONFRONTO DEMOCRATICO. INSOMMA SE SANREMO NELL’IMMAGINARIO INTERNAZIONALE “È L’ITALIA” MATTARELLA ERA LÌ A RICORDARE CHE È L’ITALIA REPUBBLICANA, DEMOCRATICA E ANTIFASCISTA CHE NON HA ALCUNA INTENZIONE DI TORNARE INDIETRO. CHI DOVEVA CAPIRE HA CAPITO.

Articolo di Ugo Magri per “La Stampa”

Mattarella ha rotto un tabù: s’è recato a Sanremo dove finora nessun capo dello Stato aveva mai messo piede. Il suo arrivo con la figlia Laura è stato accolto da applausi che sarebbero forse durati più a lungo se il presidente non avesse invitato il pubblico, con chiari gesti, a restare nei limiti. La standing ovation fa il paio con quella alla Scala di Milano, due mesi fa; allora Mattarella volle onorare la lirica nella sua espressione più nobile; stavolta ha consacrato l’Ariston come tempio della canzone nazional-popolare, spesso bistrattata quale sottoprodotto musicale del genio italico, che tuttavia resta la colonna sonora della Repubblica. Qualcuno ha ipotizzato inesistenti intrecci tra la visita presidenziale, resa nota all’ultimo ieri mattina, e la telenovela del messaggio di Zelenski. In realtà non esiste alcun nesso. La decisione di Mattarella era matura da tempo; forse risale addirittura a 12 mesi addietro quando il conduttore della kermesse, Amadeus, aveva dedicato al capo dello Stato appena rieletto un celebre successo di Mina (Grande, grande, grande) particolarmente caro al presidente, alla moglie Marisa mancata dieci anni fa e al fratello Piersanti, assassinato dalla mafia: insieme avevano assistito all’ultimo concerto di Mina, nel ’78 alla Bussola di Viareggio. Dopodiché, la sorpresa del presidente a Sanremo richiama altri temi più squisitamente politici. Il Colle spiega la presenza di Mattarella con lo show di Benigni dedicato alla Costituzione , che il primo gennaio ha celebrato il 75° anniversario. E in effetti, al termine del trascinante monologo in cui il premio Oscar ha contrapposto libertà e dittatura, democrazia e fascismo, il presidente s’è alzato in piedi con un largo sorriso sul volto. Sarà un caso, ma nelle ultime settimane Mattarella ha moltiplicato i suoi interventi di pedagogia costituzionale. Ha ricordato nei suoi discorsi che arte e scienza (articoli 9 e 33) devono essere libere; che le discriminazioni di razza non sono consentite (articolo 3); che la libertà di stampa è pienamente garantita (articolo 21). La sua presenza a Sanremo ha inteso rimarcare più forte, davanti a milioni di telespettatori, il valore della Carta , quanto sia ancora viva e attuale. Dunque tutt’altro che obsoleta o da riscrivere, magari nella chiave presidenzialista gradita ai nuovi padroni d’Italia.