IL PARTITO DEI GIUDICI E QUELLI CHE DEMOCRATICAMENTE SE NE VANNO AL MARE…..

Dovrebbe accadere l’impossibile perchè le urne decretino che il quorum del 50 per cento più uno è stato raggiunto ma questo non deve significare che sia inutile andare a votare. Se c’è un potere che nel nostro ordinamento democratico che risponde solo a se stesso è quello della magistratura che ritiene di autogovernarsi e controllarsi attraverso il CSM .In pratica non deve dare conto a nessuno se non a se stesso e spiegabilmente non ha interesse ad apportare modifiche e innovazioni.

La magistratura rappresenta un potere di rilevante peso e influenza nella vita politica e istituzionale poiché ha diramazioni in tutte le direzioni: in parlamento, nei ministeri, nelle commissioni della pubblica amministrazione, nelle autority. Ha soprattutto il potere,senza rischiare nulla, di indagare la politica e stroncare carriere senza pagare pegno se “il fatto non sussiste” e l’inquisito risulta innocente. Può inoltre “entrare “ e “uscire” dalla magistratura, alternando l’elezione in parlamento con il rientro negli uffici giudiziari a carriera immutata. Sono “intoccabili” per autodefinizione, nel senso che, per esercitare giustizia, debbono essere indipendenti da ogni altro potere. E’ pur vero che presidente del CSM è il presidente della Repubblica ma soltanto Francesco Cossiga,concretamente, ha esercitato e fatto valere la carica e il ruolo.

I cinque quesiti sui quali si è chiamati a pronunciarsi domenica sono illustrati dettagliatamente in pagina e toccano aspetti essenziali della vita di ogni giorno. Quello più politico è l‘abrogazione della Severino, nel senso che colpisce chi ha cariche elettive,in parlamento come negli enti locali , nel momento in cui subisce una condanna in primo grado nell’ambito del mandato ricevuto che comporta automaticamente la decadenza. La separazione delle carriere rappresenta il cuore del problema e della riforma che non si arriva a fare. L’abuso della carcerazione preventiva è fatto quotidiano e, se si tiene conto che il 31% dei tenuti sono in attesa di giudizio, si coglie la dimensione che può avere la carcerazione preventiva a fronte delle sentenze di assoluzione. Le modalità attraverso le quali si debbono formare le candidature al CSM impattano lo scandalo delle “correnti” interne alla magistratura così ampiamente documentato da Luca Palamara che, magistrato alla guida dell’ANM, del sistema delle “correnti” ha fatto uso e abuso prima di denunciarne le responsabilità una volta incastrato dalle intercettazioni che lo inchiodavano alle interferenze nelle nomine delle Procure più importanti e delicate. L’altro quesito riguarda la possibilità di poter sottoporre a valutazione l’operato dei magistrati nell’ambito dei ruoli assegnati e dei risultati ottenuti. Questo quesito rappresenta il punto di maggior conflitto fra avvocati e pubblici ministeri poiché, nella valutazione, gli avvocati potrebbero lasciarsi andare a rappresaglie punitive verso i pm rispetto ai quali sono stati soccombenti nelle aule giudiziarie.

Ma il problema non è nei quesiti ,che sono a conoscenza di una ristrettissima fascia di elettori, atteso che 2 elettori su 3 non hanno conoscenza del referendum e meno che mai dei 5 quesiti. Bisogna prendere atto che il referendum con i suoi quesiti iniziali è stato soffocato nella culla da quel distintissimo signore delle più alte cariche dello Stato (gli manca solo il Quirinale) che il mondo della politica ha consegnato alla storia della prima,seconda e terza Repubblica come il “dottor sottile”,per la sua capacità di spaccare in quattro il capello quale che sia l’oggetto della sua analisi. Oggi Giuliano Amato ricopre la carica di presidente della Corte Costituzionale ed ha spiegato personalmente in una conferenza stampa la mancata approvazione dei referendum sulla kannabis e sulla eutanasia. La loro esclusione ha tagliato fuori tutta quella parte di opinione pubblica che da anni, in progressiva crescita, si dichiara favorevole all’uso controllato della kannabis e al diritto di “fine vita” là dove le condizioni accertate certificano lo stato vegetativo irreversibile del paziente.

Il resto lo ha fatto quel segmento limaccioso, ruffiano,disinvoltamente vile rispetto agli obblighi della professione che ha compresso, con una cappa di silenzio, ogni informazione sull’appuntamento elettorale e sui cinque quesiti. Da considerare che, potendosi votare soltanto domenica, “andare al mare” e non tornare in tempo per votare, è una eventualità studiata a tavolino. Il suggerimento verosimilmente sarà venuto dal PD (Partito ( post) Democristiano) di Letta e Franceschini che col partito dei giudici ha storiche e plausibili frequentazioni, dai tempi in cui DC e Pci decidevano, con ruoli diversi, le sorti del Paese. Ma se per alcuni media può valere l’attenuante che l’editore di riferimento può avere interesse a non prendere una posizione ostile alla magistratura dando spazio ai referendum, per il servizio pubblico RAI la responsabilità di avere affossato nel silenzio i referendum ricade sulle forze politiche che rispondono delle nomine dei servizievoli vertici di Viale Mazzini.

Marco Pannella, che ha speso una vita per affermare il valore altamente democratico dei referendum, è morto mentre portava avanti la sua battaglia per il “diritto alla conoscenza”, cioè il diritto ad essere informati , un diritto fondamentale affinchè una democrazia non scivoli nella caricatura di se stessa. Domenica probabilmente vinceranno gli “astenuti”, quelli che sono andati al mare o in montagna o sono rimasti a casa ovvero che,per le più varie ragioni, hanno deciso di non partecipare alla consultazione referendaria. Vincerà, insomma, chi non ha partecipato, per scelta o per negligenza, ritenendosi fuori dai problemi che il referendum pone. Se la democrazia è soprattutto partecipazione, chi non partecipa e non si pronuncia non può determinare il risultato per chi si è pronunciato. Il diritto di astenersi va garantito ma il risultato lo deve fare la conta dei “si” e dei “no”, a prescindere dagli aventi diritto al voto che snaturano la consultazione. E’ il quorum che bisogna abolire dopo aver vinto la battaglia per la firma digitale. E’ la battaglia del giorno dopo che le urne si saranno pronunciate. Intanto bisogna andare a votare “si”, senza perdere un solo voto, perchè se i “si” saranno il doppio o il triplo dei “no”, “il partito dei giudici” , nella sua multiforme e mascherata composizione,uscirà politicamente sconfitto con buona pace di quelli che hanno preferito , democraticamente e coraggiosamente ,“andare al mare”. E’ la discendenza politica di quelli che andarono al mare quando si trattò del divorzio e dell’aborto salvo essere poi i primi a beneficiarne. E’ la scommessa della democrazia.