IN CONSIGLIO REGIONALE I VENTRILOQUI DELLA VECCHIA POLITICA…

IN CONSIGLIO REGIONALE  I VENTRILOQUI DELLA VECCHIA POLITICA…..

Sorride Sempre Roberto Occhiuto e , nel più scontato clichè amerikano, fa il gesto del   pollice alzato a pugno chiuso a significare che va tutto ok.Speriamo ci risparmi la corsetta di Biden che fu già di Obama. Buon per lui se vuol dire che il programma non incontra intralci e bene anche per i calabresi, perché vuol dire che presto ci saranno novità soprattutto in sanità, visto che  Occhiuto ha già incassato la nomina a commissario.

La nuova giunta è nata senza doglie, almeno all’apparenza, con una felpata gestazione a livello romano e verosimilmente con il coinvolgimento dei big del centrodestra.A differenza di Jole Santelli, che aveva  guardato fuori regione sia per la giunta che per le competenze necessarie al suo programma, Occhiuto ha voluto una giunta politica, nel senso di elementi direttamente espressione delle componenti del centrodestra uscito vincente dalle urne.Tre assessori a Forza Italia, due a Fratelli d’Italia, uno alla Lega insieme alla presidenza del consiglio ed uno nella disponibilità di Occhiuto per il supertecnico da ingaggiare per rivoluzionare l’assetto burocratico-amministrativo degli uffici regionali.

Le cronache non riferiscono di aspiranti delusi, di veti incrociati, di partiti collassati,di rotture, inimicizie, rancori e allontanamenti.Pare che tutto sia andato come Occhiuto ha voluto: ascoltare tutti ma di decidere da solo.Come Salvini dopo lo sgambetto di Giorgetti.Unica vittima, al momento,delle scelte effettuate è Nino Spirlì, presidente f.f. uscente e vice-presidente mancato nonostante la sua nomination sia stata concordata e annunciata ai blocchi di partenza della campagna elettorale.Resta da stabilire se Spirlì è stato fatto fuori dalla nomenclatura calabrese della Lega, di cui  non si trova un solo apprezzamento durante il mandato di presidente f.f., oppure è stato Occhiuto a sollevare l’improponibilità della vice-presidenza a fronte dei 200 milioni perduti per non aver saputo configurare la quota del fondo di solidarietà spettante alla Calabria sulla base della somma spettante pro-capite  ai calabresi.Dovevano essere 130 euro circa a cittadino e,invece,per non aver saputo formulare e documentare la richiesta, il fondo di solidarietà ha liquidato circa 40 euro a cittadino con una perdita secca di 200 milioni.Per non dire della decisione,presa insieme al commissario Longo prima che venisse “licenziato in tronco” dal governo, di chiudere gli hub vaccinali (riaperti da Occhiuto) mentre i media annunciavano per l’intera Europa, Italia inclusa, la “quarta ondata”invernale del Covid.

Al siluramento di Spirlì potrebbe seguire la ineleggibilità di quattro, se non di più, consiglieri regionali per vizio di ineleggibilità. Avrebbero dichiarato e documentato l’aspettativa dagli incarichi ricoperti in data successiva al 2 settembre,ultimo giorno utile.Dei quattro farebbe parte Amalia Bruni, antagonista di Occhiuto per il centrosinistra ed oggi capogruppo del “misto” in consiglio regionale. Sarebbe una beffa dopo aver combattuto a mani nude e con uomini del  PD che tramavano alle sue spalle.Ci vorrà, insomma,ancora qualche giorno per avere l’assetto definitivo del consiglio regionale convocato per lunedi prossimo e impegnato,dopo aver eletto il presidente,  nella nomina dei capigruppo e delle commissioni.

Occhiuto continua a fare la spola con Roma, mettendo a frutto le relazioni costruite durante l’esperienza parlamentare e come capogruppo di Forza Italia. In consiglio dei ministri può contare su Brunetta,Gelmini e Carfagna.Ce n’è abbastanza per essere ottimisti guardando a Roma ma l’ottimismo diventa un azzardo se, con un po’ di disincanto, si guarda chi ci sta dietro i nomi “nuovi” del consiglio e della giunta. C’è la vecchia politica,feudataria e consociativa, ancora una volta vincente rispetto ai tentativi, manifestamente ingenui, di rivoluzioni annunciate ma deboli per essere recepite dal corpo elettorale.

Roberto Occhiuto dà l’impressione di ispirarsi a Mario Draghi nell’azione di governo, separando il livello politico da quello tecnico-amministrativo, con l ‘intento di fare, di volta in volta, ininfluenti concessioni politiche in cambio del via libera per le decisioni di governance.Non sarà facile ma il tentativo andrebbe incoraggiato, nella consapevolezza di quanto danno possono fare, per incapacità e inadeguatezza più che per basse convenienze, i ventriloqui  in consiglio regionale eletti per eredità familiari, rendite elettorali, padrinati politici e consorterie collaudate. Alla fine il “sistema” ha retto .Resta ora da vedere chi, come e dove si propone e si organizza per fare opposizione e resistenza.