REGIONE-QUEL SILENZIO SU AMALIA BRUNI AL GRUPPO MISTO….

Salvo qualche accusa di “tradimento” lanciata dalle retrovie di quello che è oggi il PD in Calabria, è quasi passata sotto silenzio l’iscrizione di Amalia Bruni in consiglio regionale al gruppo misto. Eppure il PD di Graziano,di Letta e di Boccia l’aveva portata sugli scudi in giro per la Calabria non riuscendo però a risolvere la scarsa partecipazione di pubblico e di rappresentanza.A parte la Festa dell’Unità a Lamezia dove  però Amalia Bruni giocava in casa.

Il risultato è noto, più o meno lo stesso conseguito da Pippo Callipo con Jole Santelli,la metà dei voti andati a Roberto Occhiuto, 27 per cento contro 54.Ma qualcosa non ha funzionato e la spiegazione non può essere la scarsa partecipazione al voto  sotto il 44 per cento.Si è lungamente scritto che la sua candidatura, per l’autorevolezza di neuroscienziata ed il profilo di donna combattente, in una regione che voleva negare il contributo al laboratorio di ricerca da lei diretto con grandi meriti , andava a coprire l’immagine di un partito lacerato dalle risse interne e da una gestione commissariale che ha aggravato lo stato di crisi del partito.

Mario Oliverio si è rivelato pressocchè inesistente con la sua lista sotto il 2 per cento mentre del tutto inaspettato è stato il flop di Carlo Tansi con “Tesoro Calabria” per cui quel 27 per cento conseguito da Amalia Bruni è verosimilmente tutto merito suo.Ma all’indomani del voto è risaputo che si va a fare l’analisi comune per comune, candidato per candidato,situazione per situazione ed Amalia Bruni deve essersi convinta che, pur fra le difficoltà di partenza note, il PD non si era prodigato al massimo delle sue possibilità e potenzialità.Si arriva a sostenere che c’è stato un travaso di voti dal centrosinistra al centrodestra, passato attraverso candidati fidati.

L’iscrizione al gruppo misto, dunque, sta nei numeri e nello scarso impegno dimostrato o percepito da Amalia Bruni a supporto della sua candidatura. La sindrome della vittima sacrificale è venuta dopo il responso delle urne ed ha verosimilmente portato alla decisione  di iscriversi al gruppo misto.Lei lo spiega con una puntuta precisazione e cioè che non  ritiene la sua candidatura espressione del PD ma dei movimenti civici che-lascia intendere- l’hanno candidata e sostenuta con lealtà.

Cosa farà Amalia Bruni dai banchi del gruppo misto si vedrà alle prime performances del consiglio regionale ma ciò che appare evidente è che Amalia Bruni non si ritiene vincolata alle indicazioni e,meno che mai, alle direttive del PD.Ha annunciato una opposizione determinata ma costruttiva guardando ai benefici che possono trarre i calabresi e la Calabria dalle iniziative messe in campo dalla maggioranza che sostiene Occhiuto.Amalia Bruni, per certo, porta in consiglio regionale competenza e esperienza per quanto attiene al disastro sanitario che si trascina da oltre un decennio. Roberto Occhiuto, che  da tempo si è sprovincializzato politicamente, farà bene a tenerne conto e , all’occorrenza, avvalersi del suo contributo.