IL PD ALLA SANTELLI :” FUORI I NOMI DEGLI 800 “ MA DOPO L’ORDINANZA DELLE POLEMICHE E’ CALATO IL SILENZIO

IL PD ALLA SANTELLI :” FUORI I NOMI DEGLI 800 “
MA DOPO L’ORDINANZA DELLE POLEMICHE E’ CALATO IL SILENZIO

«Le dichiarazioni della Presidente Santelli in merito a “800 persone” che non si sa perché, a quale titolo e con quali mansioni sarebbero presenti negli uffici della Regione Calabria, appaiono, con tutta evidenza, di una gravità tale da richiedere immediati chiarimenti. Per questo, il gruppo del Partito Democratico in seno al Consiglio regionale ha appena depositato una interrogazione volta a ricevere delucidazioni senza indugi». Così il PD in un comunicato a firma del capogruppo democratico Domenico Bevacqua e dei consiglieri Guccione, Irto, Notarangelo e Tassone.
«Quanto asserito dalla Presidente Santelli nella seduta consiliare di lunedì 27 aprile scorso-dichiarano- non può certo passare sotto silenzio: nel momento in cui la Presidente accenna a “progetti, strutture, aziende che lavorano lì, gente che viene da fuori”, ha il dovere di precisare, fare nomi e cognomi. Specialmente nel momento in cui invita ed esorta la minoranza a collaborare per fare luce: noi siamo prontissimi, ma vorremmo prima di tutto capire di cosa stiamo parlando».
Ed ecco le domande: «Quali sono le fonti e i dati che supportano le affermazioni della Presidente? Quali sono i Dipartimenti regionali, gli uffici, i relativi dipendenti o i soggetti esterni all’amministrazione regionale cui la Presidente intende riferirsi? Sono risposte alla quali non si può sottrarre. Sarebbe davvero deplorevole se, a un’enunciazione non meglio delucidata, espressa nel corso di una seduta del massimo organo legislativo rappresentativo della volontà dei cittadini calabresi, non seguissero quelle puntualizzazioni cui i calabresi hanno diritto e senza le quali si profilerebbe una delegittimazione complessiva e generale delle istituzioni regionali».
Fin qui il comunicato del gruppo PD in consiglio regionale e la richiesta dei nomi è pienamente legittima ma , in verità, riflette più ansia che incredulità e stupore. “Faccia i nomi” è l’espressione che il politico in genere usa quando si trova di fronte a rivelazioni clamorose che potrebbero coinvolgerlo e lo fa per fare intendere che,se mai le rivelazioni fossero fondate, lui non c’entra e comunque ne è all’oscuro.L’altra espressione che ricorre, per lo più abbinata a”faccia i nomi “, è quella che chiama in causa la magistratura: “ Se è a conoscenza di situazioni illegittime,illegali o di reati commessi si rechi in Procura e presenti denuncia”.
Di solito,quando si intravvede il rischio che i nomi possono venire fuori davvero,scatta l’allarme rosso dentro e fuori le stanze dei palazzi regionali perché, ad andare a scavare, nessuno sa quello che può venir fuori.Quasi certamente si tratta di soggetti che portano cognomi importanti, delicati e ben posizionati.Viene a proposito la metafora del “vaso di Pandora” dal quale, se si toglie il coperchio,viene fuori, in termini di “congiunti” (direbbe il presidente Conte) e parentele, quello che nella Calabria “saudita” ognuno può facilmente immaginare.
Si presume, tra l’altro, che questi 800 “mantenuti” dalla Regione non si sa a quale titolo, esistano da prima che alla Cittadella regionale arrivasse Jole Santelli e,quindi, i consiglieri regionali del PD firmatari dell’interrogazione non possono far finta di “cadere dal pero”, cioè di non sapere nulla e di non aver sospettato mai nulla.Soprattutto Guccione e Irto che conoscono molto bene quella che viene definita la “zona grigia” degli uffici regionali.
Parimenti è da ritenersi che un politico di lungo corso come l’attuale presidente del consiglio regionale,Mimmo Tallini,che in una storica puntata di “Anno Zero” di Michele Santoro spiegava disinvoltamente come curava e costruiva il suo elettorato,non abbia alcuna conoscenza degli 800 “mantenuti” a spese della Regione.Realisticamente se salta il coperchio ce n’è consociativamente per tutti,destra,sinistra, centro con tutte le variabili possibili della scena politica.
D’altro canto viene difficile pensare che Jole Santelli,prima di mettere sul tavolo la permanenza degli 800 privilegiati negli uffici regionali, non abbia valutato la portata politica della sua rivelazione.Verosimilmente verrà sottoposta ad un pressing non solo dalla sua stessa maggioranza ma soprattutto da quei poteri cosiddetti “forti”i cui esponenti, come denunciava De Magistris prima che a Catanzaro lo facessero fuori da magistrato,sono soliti frequentare quei salotti vellutati dove in festante compagnia si incontrano politici, imprenditori, alti burocrati e rappresentanti delle istituzioni.Di Jole Santelli si potrà dire,con indulgenza, che ci ha provato senza riflettere dove andava a colpire. Ma sono ingenuità che in politica non hanno spazio. Semmai non ci si dovrà meravigliare se, con l’ordinanza che ha portato la Santelli e la Calabria su tutti i giornali e telegiornali, degli “800” mantenuti non se ne parlerà più.E negli uffici regionali gli 800 cognomi delicati continueranno a pascolare e a farsi mantenere da “mamma Regione”.