QUEI TRENTA ELETTI IN CONSIGLIO REGIONALE…

QUEI TRENTA ELETTI IN CONSIGLIO REGIONALE……

Fra qualche giorno saranno trascorsi due mesi dal voto del 26 gennaio che ha eletto il consiglio regionale e Jole Santelli presidente della giunta regionale.

Dire che in giro se ne avverte l’assenza e il silenzio sarebbe una falsità che porta a chiedersi,conseguentemente, perché sono così poco considerati il ruolo e l’importanza del consiglio regionale.

Diciamo subito che soltanto Pippo Callipo, consigliere neo-eletto e leader del movimento “Io resto in Calabria”, e Giuseppe Aieta,consigliere uscente rieletto nelle liste PD, hanno sollevato il problema del mancato insediamento operativo del consiglio regionale.Entrambi ne esaltano il ruolo e l’importanza  soprattutto in una situazione di emergenza come quella che stiamo attraversando per il coronavirus. E in effetti , almeno formalmente ma anche giuridicamente, l’assemblea regionale è la massima espressione elettiva che rappresenta (in teoria) la volontà e l’orientamento politico di tutti i calabresi.

Per contro 18 consiglieri di maggioranza eletti hanno firmato una richiesta per il rinvio della convocazione del consiglio regionale assumendo come motivazione l’emergenza coronavirus con tutte le sue implicazioni.Se ne parlerà,salvo i mprevisti, il 26 marzo.

Sul ritardo che si va accumulando circa il mancato insediamento del consiglio regionale esistono più interpretazioni, non ultima quella che accredita il mancato accordo sugli assessorati e sulla presidenza del consiglio, anche se sarebbe cosa fatta la giunta voluta da Jole Santelli. Il che, se fossero veri i contrasti all’interno del centrodestra, confermerebbe che siamo alle solite beghe di potere e che, più del coronavirus, a ritardare il formarsi dell’assemblea è la ben nota vocazione parassitaria di un ceto politico che, appagato dai privilegi conquistati, ha sempre galleggiato  per non assumersi responsabilità concrete a fronte dell’indennità percepita.

Esiste anche una interpretazione “giudiziaria”del ritardo accumulato, nel senso che su alcune presenze in consiglio, per come ci si è arrivati, c’è chi non esclude interventi della magistratura.Non poteva mancare.