LA PARTITOCRAZIA E’ TUTTA CON OLIVERIO…E QUESTO E’ IL SUO PROBLEMA

LA PARTITOCRAZIA E’ TUTTA CON OLIVERIO…E QUESTO E’ IL SUO PROBLEMA

Sarà una campagna elettorale molto combattuta,soprattutto a sinistra, mentre nel centrodestra, dopo l’incontro Berlusconi-Salvini, sembra non ci sia più spazio per candidature alternative a quella di Occhiuto, sindaco di Cosenza. Wanda Ferro,  Sergio Abramo e i catanzaresi, soggetti  a logiche di  campanile , se ne dovranno fare una ragione.

Più complicata la situazione all’interno del centrosinistra dove il PD è lacerato dalla “discontinuità” voluta  da Roma e la vecchia nomenclatura che fa resistenza per autoconservazione.

Oliverio ha aperto una partita, alla fine autodistruttiva, che consegnerà la Regione al centrodestra che avrà poco da impegnarsi per vincere,una volta che avrà garantito a Lega e Fratelli d’Italia gli spazi e le posizioni di potere che, poi, sono quelli che contano e per i quali si è in politica.

La vicenda di Oliverio presenta però aspetti singolari poiché ha aperto le ostilità col suo partito con molto anticipo, evidentemente informato che a Roma il suo quinquennio di governo regionale  non godeva di buona fama.

A mettere in evidenza il basso  gradimento della ricandidatura di Oliverio è stato, verosimilmente, un sondaggio commissionato dal PD nelle regioni in cui si tornerà a votare e cioè Umbria, Emilia, Campania e Calabria.Stesse domande per le  quattro regioni. Per la Calabria il sondaggio è stato nettamente sfavorevole a Oliverio.

E qui comincia l’arrampicata di Oliverio che mette in campo la nomenclatura PD a lui soggetta, che contesta i quesiti del sondaggio ed esalta l’azione di governo di Oliverio.

Ma non basta.E allora vengono mobilitati e convocati a Lamezia tutti sindaci, anche non di centrosinistra, che hanno beneficiato di finanziamenti da parte della Regione, ancora da incassare, e vengono coinvolti in un manifesto che sostiene la ricandidatura di Oliverio.

Finiti i sindaci è stata la volta dei circoli PD, in realtà esistenti soltanto sulla carta, genuflessi a sostegno della ricandidatura di Oliverio. Ma Roma non molla.Sia il commissario Graziano che il responsabile per il Mezzogiorno, Oddati, ribadiscono:” Ci vuole discontinuità. Bisogna allargare la base di consenso al candidato. Oliverio ha governato con merito ma non esprime la discontinuità che necessita”.

E si continua ad andare avanti con Oliverio che insiste e Roma che risponde “non se ne parla”.

Allora a qualcuno si accende la lampadina di una trovata ritenuta  geniale, cioè riunire tutta la nomenclatura del centrosinistra allargato e schierarla a sostegno della ricandidatura di Oliverio.

Il compito viene affidato al commissario della Sorical, di nomina regionale, Luigi Incarnato, bravissimo nei ruoli gregari che gli vengono richiesti .Incarnato riunisce per ben due volte la coalizione di centrosinistra con tutte le sigle immaginabili e naturalmente votano un  documento a sostegno della ricandidatura di Oliverio.

Ora non vorremmo peccare di presunzione ma  viene da pensare che proprio  il sostegno così massiccio venuto a Oliverio da sindaci, circoli PD e nomenclatura del centrosinistra al completo danno ragione a Roma e a Zingaretti che vedono in Oliverio  una candidatura di “sistema” consolidato, ognuno con i suoi interessi costituiti.Altro che cambiamento. Questo rassemblemant di fiduciari, amici, vassalli,  sodàli ,gerarchi e feudatari di pezzi di partito sono l’esatto contrario dell’immagine che Zingaretti vuole dare del PD andando “oltre Oliverio”.

Che poi  PD e M5Stelle siano al lavoro per scegliere una candidatura “civica” su cui convergere è una necessità,  una volta acquisito che Oliverio ha commesso l’errore di farsi sostenere dalla partitocrazia e dai suoi apparati che notoriamente hanno  generato l’antipolitica. Per Oliverio, insomma, un suicidio  politico. A chi lamenta che a tutt’oggi non è venuta fuori un candidatura alternativa  a quella di Oliverio, siamo in grado di anticipare che si sta trattando su Pippo Callipo, imprenditore combattente antimafia, già candidato nel 2013 e certamente figura di assoluta garanzia quanto a rispetto della legalità e lotta alla corruzione.