QUESTA VOLTA PER SALVINI NON ANDRA’ COME CON LA “DICIOTTI”……

QUESTA VOLTA PER SALVINI NON ANDRA’ COME CON LA “DICIOTTI”……

I sondaggi continuano ad andare in suo favore ma a Washington e a Mosca la cosa non desta preoccupazione se è vero che la rivelazione della trattativa svoltasi al Metropol Hotel di Mosca, per un finanziamento obliquo alla Lega, può avere,come fonte rivelatrice, sia gli Usa che la Russia di Putin.

La tesi prevalente è che, per aver tentato di giocare maldestramente su due tavoli, prima con Putin e poi con Trump, Matteo Salvini è stato ritenuto inaffidabile da entrambe le parti e, conseguentemente, da “bruciare”.Significativo che non gli viene alcun aiuto,per quanto indiretto e sfumato, né dallo staff di Putin né dallo staff di Trump.

Ma, a mettere in giro le intercettazioni sulla trattativa politico-finanziaria-petrolifera fra emissari della Lega e manager sovietici vicini al partito di Putin, potrebbe anche aver provveduto qualcuno che a Bruxelles non ha visto favorevolmente l’affermazione della Lega nel voto europeo per le sue posizioni di contrasto e di provocazione alla UE per la tenuta dei conti pubblici e il rispetto dei vincoli esistenti.

Lo si capirà quando il gioco delle parti si farà più chiaro anche perché è convincimento diffuso che altre intercettazioni sono in arrivo ad aggravare la posizione della Lega.Salvini si è chiuso in difesa rifiutandosi di dare risposte su una vicenda che considera un gossip di pura fantasia.

Il punto è che non è la trattativa e nemmeno il finanziamento ricevuto, se ricevuto, ma l’inquietante presenza di Gianluca Savoini a fianco di Salvini in tutti i suoi incontri avuti a Mosca come ministro dell’Interno. Non meno irrilevante è la partecipazione di Savoini alla cena offerta dal presidente del consiglio a Putin, atteso che la partecipazione di Savoini è stata sollecitata ed ottenuta dal consulente  di Salvini per le strategie internazionali, D’Amico, che ha il suo ufficio in Palazzo Chigi.

La domanda alla quale Salvini non può sottrarsi, a fronte della copiosa documentazione fotografica circolante sullo strettissimo rapporto con Savoini, è cosa ci faceva Savoini all’incontro  col ministro dell’Interno russo dove si parlava di problemi di sicurezza a livello internazionale. A che titolo Savoini veniva messo a conoscenza di problematiche così delicate riguardanti le strategie di sicurezza e la lotta al terrorismo?

La risposta Salvini non la può dare né con una performance da facebbok né con una conferenza stampa per strada.Deve andare in parlamento, dove già è stata richiesta una commissione d’indagine sul finanziamento a tutti i partiti, e questa volta non può aspettarsi che il M5Stelle faccia di nuovo il “donatore di sangue” per salvarlo politicamente  come per la nave “Dicotti”..Se lo farà Di Maio è consapevole che il prezzo da pagare sarebbe  pesante e che il Movimento  non ne uscirebbe illeso. Ci si chiede anche se a Salvini non convenga staccare la spina e aprire la crisi ma non c’è alcuna certezza che si andrebbe a elezioni anticipate.Dai palazzi romani che contano filtra la notizia che non sarebbe da escludere un governo di unità nazionale lasciando fuori la Lega. Tutto può essere ma dipende  da chi ha in mano le intercettazioni che ancora non sono state rivelate e che potrebbero  mettere Salvini con le spalle al muro. Finita la pacchia insomma delle foto con la nutella e il ragù star sui ravioli e i selphie in piazza per la gioia dei suoi ammiratori. La politica e soprattutto l’esercizio del potere sono un processo  complesso e, da che mondo e mondo, non esclude intrighi e trappoloni. Questa volta Salvini ha fatto pipì controvento e presto anche i sondaggi gli diranno che è andato oltre le sue  possibilità e capacità. Nella sua valliva semplicità ha pensato di poter  applicare con  Bruxellles, Mosca e Washington le furberie  dei fori boari della Valbrembana.Rubli o non rubli gli è andata male.