VIA DELLA SETA- OLIVERIO SI ACCORGE DEI CINESI DOPO CHE SONO PARTITI E CHIAMA CONTE…

VIA DELLA SETA- OLIVERIO SI ACCORGE DEI CINESI DOPO CHE SONO PARTITI E CHIAMA CONTE…

Siamo alle solite.E’ da mesi che si sapeva che il presidente della Cina sarebbe venuto in Europa e in Italia per accreditare,con l’autorevolezza della sua posizione gerarchica, il progetto detto “via della seta” che altro non è se non riproporre quello che nei secoli passati è stato il flusso di scambi commerciali fra Cina e occidente.

Ovviamente a nessuno sfuggiva che il tour di Xi Jimping si svolgeva in piena guerra dei dazi con gli USA di Donald Trump e, quindi,non potevano mancare le pressioni affinchè l’Italia si sottraesse alla firma del memorandum che ,di scarsa rilevanza sul piano economico, ne aveva moltissimo sul piano politico.                                                                            Ciò premesso- e siamo ai livelli alti della politica- stampa e telegiornali hanno ampiamente informato che  la Cina è interessata a creare rapporti nel settore delle telecominicazioni, del trasporto aereo, dei porti e delle grandi infrastrutture.I porti in particolare, essendo noto che  già il Pireo di Atene è passato sotto gestione cinese.

Si è fatto esplicito riferimento ai porti di Trieste e di Genova mentre per i porti del sud, qualcuno ha scritto che c’erano stati incontri per un investimento di 5 miliardi nel porto di Palermo. Del porto di Goia Tauro, da parte di Di Maio e del governo, non ha parlato mai nessuno, nessun livello regionale accenno, come se non esistesse.

A livello regionale, prima che i cinesi arrivassero, ne hanno parlato Orlandino Greco, consigliere regionanle e leader di Italia del Meridione e Saverio Zavettieri con un intervento sui social. Per tutti gli altri, parlamentari, consiglieri regionali, membri del governo regionale con  Oliverio in testa, encefalogramma piatto. Si stavano occupando di altro, di come essere rieletti, con chi candidarsi, come spolpare quanto rimasto della spesa pubblica, dei fondi europei, degli aiuti alle fasce più deboli per alimentare le clientele elettorali.

Il presidente Oliverio, che politicamente è più navigato degli altri, ha capito, dopo che  i cinesi erano partiti, che la Calabria era rimasta fuori e non per preconcetta esclusione ma perché nessuno si era fatto avanti.

Chi doveva rammentare al presidente Conte e al ministro Di Maio che Gioia Tauro è il più grande porto del Mediterraneo, che per movimento di container è strategico per le grandi rotte , che per la Calabria e il Mezzogiorno era una occasione da non perdere? Ha prevalso l’incompetenza, l’inadeguatezza, l’assenza di cultura di governo, l’ignoranza delle potenzialità di un porto come Gioia Tauro. Impegnati a fare piccole guerre per manovrare la spesa pubblica, impegnati a ottenere finanziamenti di sagre enogastronomiche per i loro feudi elettorali,  inginocchiati ad assecondare i loro riferimenti romani, si sono rivelati per quello che sono , “personaggetti” della scena politica , carrieristi di partito,dai parlamentari a scendere, incapaci culturalmente di cogliere il senso politico ed economico di un progetto quale la “via della seta”.

Ben diverso il ruolo giocato dalla Regione Sicilia che non solo ha ricevuto la visita del presidente cinese ma ha incassato accordi significativi come quello che porterà le arance siciliane sulle tavole dei cinesi.Parliamo potenzialmente di oltre un miliardo di cinesi. E come si fa a non considerare se le arance e le clementine calabresi potevano avere analoga valorizzazione ?

Ora Oliverio se la prende col presidente Conte facendo finta di ignorare il ruolo avuto da Di Maio che ha firmato, per quello che vale, il protocollo degli accordi ipotizzati.Se mai fosse stata necessaria una ulteriore conferma dell’inadeguatezza di Oliverio a governare una regione come la Calabria, con i suoi problemi ma anche con le sue potenzialità, l’abbiamo avuta. Ora si tratta di fare quanto necessario per impedire che si ricandidi e- come sostiene l’ex-segretario del PD Ernesto Magorno- che il centrosinistra esca dalle urne delle regionali sconfitto e in terza posizione.Come dire un’altra disfatta sicura.