E SE FOSSE FINITA LA PACCHIA PER SALVINI…..?

E SE FOSSE FINITA LA PACCHIA PER SALVINI…..?

Hai voglia a dire che è stato tutto chiarito, che non c’è stato scontro col presidente Conte e con Di Maio ( che lo spalleggiava ) , che la partecipazione dell’Italia alla ripartizione dei  migranti “sequestrati “a Malta non intaccano l’alleanza di governo che durerà 5 anni.

La verità è che la giornata di mercoledi, fra Varsavia,Malta e Roma  ha inferto un duro colpo all’immagine politica di Matteo Salvini ministro dell’Interno. Le minacce fatte da Varsavia, i ricatti affidati a twitter , i puntini sospensivi se non veniva rispettata la sua volontà di non  partecipare alla ripartizione dei migranti, nemmeno uno, bambino o donna che fosse, questa volta sono cadute nel vuoto.

Il presidente Conte, che aveva concordato con Bruxelles la soluzione della vergognosa situazione  sulla Sea Watch ,ha mantenuto la posizione e a notte alta ha piegato Salvini ad accettare la decisione presa. Come in un braccio di ferro. Da questo duro confronto-scontro il presidente Conte ne esce emancipato  e rafforzato nelle sue prerogative di premier mentre Salvini  deve prendere atto che sulla questione migranti non ha più l’esclusiva. La pacchia di strumentalizzare i migranti  come fonte di consensi elettorali e di scalate governative si può dire  che, se non è finita, è entrata in crisi. Il trucchetto di caricare i 10 migranti ( questa la quota assegnata  all’Italia ) alla Chiesa non imbroglia nessuno. Lui e i suoi avevano minacciato la crisi di governo (“ Qui salta tutto …” ) se le sue intimazioni non avessero avuto seguito e,invece, si è dovuto piegare al realismo politico consapevole che una eventuale crisi di governo non avrebbe necessariamente portato a nuove elezioni e, anche nel caso ciò fosse avvenuto, era tutto da vedere l’eventuale incarico alla Lega e al suo leader di formare un governo.

Salvini ha dovuto ingoiare il rospo, ha lasciato intendere che darà filo da torcere sul reddito di cittadinanza , che l’alleanza sopravvive per stato di necessità ma ha anche capito che il M5Stelle non gli lascerà più campo libero , che ogni decisione deve rientrare nel “contratto” firmato e che il M5Stelle non sarà più donatore di sangue per la sua crescita nei sondaggi.

Se la dovrà vedere, probabilmente, più con Conte che con Di Maio ora che  Conte  ha deciso di avvalersi delle prerogative  che la Costituzione gli assegna. Se a Salvini non va bene, tocca a lui decidere di conseguenza.Ma non gli conviene.In qualche modo la pacchia è finita davvero.