E IL MINISTRO SALVINI PARLO’ CON IL LINGUAGGIO RUVIDO DELLE VALLI PADANE…

E IL MINISTRO SALVINI PARLO’ CON IL LINGUAGGIO RUVIDO DELLE VALLI PADANE…

E’ in campagna elettorale perenne il leader della Lega,ministro dell’Interno e vice-presidente del consiglio dei ministri.Ha giurato sulla Costituzione ma non deve averla letta bene.Sua comunque l’affermazione truculenta fatta a Pozzallo,in Sicilia,mentre fra i marosi del Mediterraneo annegavano decine di uomini,donne e bambini :”Per i migranti è finita la pacchia!”. A sua insaputa,inoltre, nel campus di San Ferdinando,in Calabria, ammasso sub-umano di migranti sfruttati negli agrumeti della piana di Gioia Tauro, si prendeva atto con dolore e rabbia dell’assassinio del giovane ventinovenne del Mali,Soumayala, trovato in un fosso sparato in fronte.Aiutava e difendeva gli sfruttati del campus,era un attivista del sindacato. Oscure ancora le cause e il movente dell’assassinio ma prende quota la pista xenofoba e del potere di sfruttamento che viene esercitato impunemente. Anche per Soumayala “la pacchia è finita” ma non è detto che l’assassinio resti impunito.Chi non ricorda la ribellione e la sommossa di anni fa quando furono sparati,con un fucile ad aria compressa,dei colpi contro due giovani migranti del campus ?La rabbia si scatenò contro oggetti e cassonetti della spazzatura,qualche auto e i residenti ebbero paura,compresi  i facoltosi possidenti protetti dalla mafia che fecero tesoro di quella esperienza.Come si fa a parlare di “pacchia” e,soprattutto, come fa un ministro a esprimersi in maniera così rozza? Il linguaggio tradisce il pensiero e il pensiero di Salvini porta a concludere che non ha la minima idea della complessità del problema.Vuole rimpatriare circa 600 mila immigrati irregolari, cioè che non hanno titolo per restare in Italia, ma non spiega come,con quali mezzi e con quali risorse e in quanto tempo.Non è il Salvini che guarda a Putin,vuol fare la guerra all’Europa e uscire dall’euro che preoccupa, perché si renderà conto personalmente con chi avrà a che fare. Preoccupa l’arroganza delle sue affermazioni ,sempre ispirate alla propaganda, che rivelano con quanta approssimazione e sottovalutazione si accinge ad affrontare un esodo biblico che nessun muro o marina militare potrà fermare.Meno che mai rimandarlo indietro.Sulle nostre coscienze continueranno a pesare le migliaia ormai di morti annegati che,probabilmente,nulla sapevano di una “pacchia” che non cercavano.