LA CANDIDATURA DI GIACOMO MANCINI JR A COSENZA
Ognuno ha il diritto di pensarla come vuole,ci mancherebbe altro ma il polverone che si sta sollevando intorno alla candidatura di Giacomo Mancini jr nel collegio uninominale di Cosenza, per il centrosinistra, presenta aspetti sconcertanti.Sulla “coerenza” e su ciò che comporta,in tutte le sue variabili, sono stati impegnati fiumi di inchiostro con firme autorevolissime.Il concetto di coerenza, di per sé, significa che ,fatte determinate scelte,bisogna comportarsi di conseguenza e ,banalizzando,se ci si dichiara vegetariani non si può far parte della “confraternita delle frittole” che,per inciso, si muove con successo.Ma parliamo di alimentazione non di politica, dove la coerenza è si legata alle scelte che si fanno ma è incardinata a tutto ciò che porta a una determinata scelta.In politica non si può prescindere dal “contesto” che inquadra una scelta che, a sua volta, richiede coerenza di comportamenti.Il problema è tutt’altro che nuovo dal momento che nel parlamento che si è sciolto sono stati ben 560 i cambiamenti di posizione e di “appartenenza” e il fenomeno non risulta che venga analizzato come scandalo nè nei salotti televisivi dove conduttrici in ansia di audience ricordano tanto le chiacchiere sotto il casco dal parrucchiere.E’ il caso della conduttrice di TAGATA’ su la 7 che , pur di fare il pezzo di colore, non ha saputo nemmeno spiegare l’anomalia che accompagna la candidatura di Giacomo Mancini jr per il centrosinistra nel collegio uninominale di Cosenza, lasciando intendere,maldestramente se non dolosamente, che la candidatura al parlamento nel centrosinistra è maturata mentre lui politicamente è ancora classificato in quota Forza Italia.Non è così,ovviamente, e sono anni che Mancini jr ha lasciato,in dissenso, Forza Italia per aderire alla formazione di Denis Verdini, del tutto autonoma da Forza Italia ed oggi componente politica del centrosinistra. E non c’è alcun accordo preventivo con Fausto Orsomarso,attualmente consigliere regionale, candidato per Fratelli d’Italia nel proporzionale alla Camera.Per un meccanismo puramente tecnico, se Orsomarso viene eletto alla Camera, deve lasciare il consiglio regionale e gli subentra Mancini jr in quanto primo dei non eletti per il centrodestra nelle regionali del 2014. Ora si può discutere se fossero convincenti o meno le motivazioni che portarono Mancini jr, con la storia che evoca il cognome che porta, a entrare in Forza Italia per passare poi con Verdini ma non può fare scandalo, se non strumentalmente, che oggi Mancini sia candidato nel centrosinistra. Del resto, a chi ha la memoria corta,bisognerebbe ricordare le intimidazioni e le minacce di cui Mancini jr era bersaglio quando era deputato socialista.Intimidazioni e minacce che denunciò in assemblea con alla presidenza un Fausto Bertinotti allibito.Era “fuoco amico” che partiva dalle postazioni antisocialiste di alcuni oligarchi cosentini di lotta e di governo disturbati dalle posizioni politiche di Mancin jr.Quelle minacce e quelle intimidazioni dovettero influenzare non poco la decisione di Mancini jr di confluire nel filone socialista che, dopo la mattanza giustizialista che aveva annientato il Psi, aveva trovato ospitalità e sopravvivenza politica in Forza Italia.Quello che ne è seguito appartiene alla responsabilità di Mancini jr e delle sue scelte come quella di essere stato assessore nella giunta guidata da Scopelliti.Se quella esperienza politica rappresenta una ignominia di cui dover dare conto per i prossimi decenni al di là dei contesti politici che vanno evolvendo, sia a destra che a sinistra,che necessariamente determinano riposizionamenti negli schieramenti, come la scissione avvenuta nel PD,non è giudizio che può dare chi professionalmente ha lavorato nelle redazioni RAI complice silenzioso dei genuflessi alla egemonia DC ed oggi esalta la storia e l’appartenenza socialista in senso biblico e sacrale.Mancini jr ha commesso degli errori politici di cui ha fatto ammenda pubblicamente . Per qualcuno può anche non bastare ma dovrebbe contare di più che, in tutto il suo percorso politico, Mancini jr non si è macchiato né di ruberie né di contaminazioni con faccendieri e procacciatori di appalti.Non è inquisito, non ha mai ricevuto avvisi di garanzia non è mai stato al soldo di confraternite di potere comunque mascherate. La sua coerenza “morale” deve contare più di quella che viene definita “politica”. Se tanto non può bastare, per chi gode del polverone sollevato per la candidatura nel centrosinistra, vuol dire che la questione morale ,alla fine, viene dopo spiegabili e incolpevoli meccanismi della politica, come l’eventuale subentro in consiglio regionale, e le chiacchiere dalla parrucchiera.