PROGRAMMI ELETTORALI: A CHI LA SPARA PIU’ GROSSA….

PROGRAMMI ELETTORALI: A CHI LA SPARA PIU’ GROSSA….

Bisogna riflettere seriamente per cercare di capire come i politici si rappresentano,nelle loro valutazioni,i cittadini elettori e il loro grado di consapevolezza delle condizioni in cui versa il Paese. A leggere le anticipazioni dei programmi delle varie forze politiche, si fa a gara a chi la spara più grossa, come i cacciatori dopo aver bevuto il terzo bicchiere di vino.Tasse azzerate,reddito di “cittadinanza” per alcuni,di “dignità” per altri,di “inclusione” per altri ancora.Nessuno che spiega dove prende i miliardi che non ci sono.A parte dentiere,catetari e pannoloni gratis per gli anziani in disfacimento, le pensioni minime portate a 1000 euro e il solito milione in più di posti di lavoro.Poi ci sarebbe anche l’abolizione del canone RAI e del bollo auto.Dimentichiamo forse qualcosa ma può bastare.Secondo Matteo Renzi  le promesse di Berlusconi ,per essere realizzate, necessiterebbero di 150 miliardi di cui forse nemmeno la Lega Araba dispone . E questo mentre i più responsabili analisti ammoniscono che,quando Mario Draghi lascerà la BCE, l’Italia entrerà nel mirino degli gnomi dell’austerità di Bruxelles e ,col debito pubblico che abbiamo, ci aspettano tempi di lacrime e sangue come fu per la Grecia ridotta alla fame e alla sopravvivenza. Ora il problema non è la sfacciataggine e la sfrontatezza dei politici di cui conosciamo onestà intellettuale, qualità e competenza  ma la mancanza di capacità  di valutazione attribuita ai cittadini elettori. Ovviamente molto dipende dalla quantità di informazioni che i cittadini ricevono e dal loro grado di corrispondenza alla realtà,per poter valutare e decidere.Principio fondante di una democrazia.Ma l’informazione sappiamo da chi è controllata e da chi viene manipolata nei tg , nei talk show e sui giornali. E’ il gioco del potere e di chi lo esercita. Il povero Pannella è morto lasciando un ultimo, estremo appello a chi della politica ne fa un dovere civico e cioè battersi per ottenere e codificare il “diritto alla conoscenza”, garantito da autority credibili e da sanzioni punitive ed educative per chi, approfittando di posizioni istituzionali o professionali, manipola l’informazione a danno della conoscenza dei fatti e delle valutazioni che si danno dei fatti. Un obiettivo utopistico,senza dubbio, ma che riflette il bisogno che c’è di una informazione minimamente decente. Se ci fosse, né Berlusconi,né Di Maio,né Salvini, né Matteo Renzi  oserebbero  mentire impunemente al corpo elettorale.In attesa di tempi migliori e politicamente meno disonesti, c’è da spettarsi che le famiglie italiane sappiano mettere a confronto le chiacchiere e le promesse dei politici con la stangata di fine anno per cui ,con le bollette di luce,gas e servizi essenziali, ogni famiglia verrà a pagare circa mille euro in più all’anno di aumenti di tariffe.L’assurdità è che,fatto questo confronto, la risposta prevalente è l’astensione dal voto  e la conferma di una totale disistima per chi si candida a governare il Paese.E questa è la risposta sbagliata perché così a votare vanno gli eserciti delle clientele che la politica nutre e ingrassa e così il gozzoviglio continua. Altro che jus soli e vitalizi parassitari da eliminare.Tutt’al più passa di mano, a seconda  di chi esce vincente dalle urne.Nemmeno il capo dello Stato,nel suo fervorino di fine anno, se l’è sentita di andare oltre una generica raccomandazione ai partiti di presentare programmi concreti e credibili agli elettori che debbono scrivere la “pagina bianca” di ogni consultazione elettorale.Nessun accenno alla tenuta morale del sistema.Quanto ai giovani e alle loro aspettative, cui il capo dello Stato ha fatto appassionato riferimento con unavventuroso confronto con i diciottenni di cento anni fa segnati dalla prima guerra mondiale, è tempo che prendano in mano il proprio futuro che non sarà mai loro in un Paese che vanta una corruzione diffusa pari a 100 miliardi di euro  e altrettanti di evasione fiscale.E non era e non è certo con i vaffanculo che vi si può porre rimedio.