DIBATTITO SULLA CORRUZIONE CHE C’E’ E “LOTTA INSIEME A NOI”…..

DIBATTITO SULLA CORRUZIONE CHE C’E’ E  “LOTTA INSIEME A NOI”…..

Si è parlato di corruzione nella raccolta atmosfera del cortile interno di Palazzo Rizzo per iniziativa della Fondazione Premio Sila che ha presentato il libro scritto a quattro mani da Francesco Caringella e Raffaele Cantone dal titolo “La corruzione spuzza”, dove “spuzza” non suggerisce un  significato compiuto nonostante la sua riconducibilità a papa Francesco.Numeroso il pubblico che ha risposto all’iniziativa della Fondazione Premio Sila evidentemente interessato all’epidemia corruttiva che in Calabria,con picchi superiori alla media, investe istituzioni, politica,imprenditoria e pubblica amministrazione devastando la sana economia, inquinando i rapporti sociali, scardinando le regole del vivere civile nella legalità.Il libro,scritto da due magistrati in attività,storicizza in modo esaustivo il fenomeno della corruzione del nostro Paese ,ripercorre vicende che hanno segnato in profondità il profilo etico delle nostre istituzioni e, naturalmente,conclude che contro la corruzione non basta né la prevenzione né la repressione ma occorre che ogni cittadino si senta impegnato nell’azione di contrasto maturando culturalmente il passaggio da semplice individuo a cittadino responsabile.A stimolare il dibattito sedevano al tavolo il presidente della Fondazione Premio Sila ,Enzo Paolini, ed Eugenio Madeo magistrato contabile che opera a Bruxelles e che ,per esperienza diretta, ha constatato come il nostro Paese,al di là dei fenomeni corruttivi e degenerativi della vita democratica,continua a produrre talenti e intelligenze creative che  in contesti non inquinati dalla corruzione si affermano con successo.Enzo Paolini,consapevole di parlare di corruzione in una regione in cui la corruzione, più che altrove, crea nuove ricchezze e fulminanti carriere politiche ha provato a spostare la discussione dalla osservazione dei fatti corruttivi storicizzati alla individuazione delle cause e dei soggetti che alimentano la corruzione.Messe da parte le mafie e le organizzazioni criminali che ormai non hanno più bisogno di uccidere per ottenere ciò che ottengono corrompendo,Paolini ha cercato di portare la discussione al livello politico ponendo il problema della qualità e dell’affidabilità della rappresentanza politica che siede in parlamento e dalla quale nascono i governi e la produzione legislativa.Un parlamento di “nominati”-ha osservato Paolini- non è credibile e poiché si nominano i più fedeli e non i più capaci e competenti la qualità della politica è quella che le cronache ci consegnano ogni giorno in tutti i settori della vita pubblica.Un grande assente negli interventi che si sono succeduti,a parte qualche accenno,è stata la burocrazia nelle sue varie articolazioni che secondo una scuola di pensiero meno orientata a criminalizzare soltanto la politica vede nell’apparato burocratico della pubblica amministrazione il vero cancro che produce metastasi corruttive nel corpo sociale e nell’economia del Paese.Senza la complicità della burocrazia il livello politico non potrebbe delinquere saccheggiando la spesa pubblica,manovrando gli appalti, alimentando le clientele arruolate a fini elettorali. Forse ci si aspettava qualcosa di più dal dibattito e non deve sorprendere se i tentativi di Paolini di andare al cuore del problema sono andati a vuoto.Non a caso ,nel pubblico presente, era difficile cercare il volto di un politico,di un amministratore,di un manager di enti pubblici,di un gestore di appalti, di qualcuno dei tanti che ogni giorno,in nome dello Stato e della democrazia, delinquono consapevolmente al riparo della malapolitica,della malaimprenditoria e della malavita.Meglio così,sarebbe stato un oltraggio al libro di Caringella e Cantone.