RENZI IN CALABRIA PER IL LIBRO…..E L’OSSESSIONE DI OLIVERIO PER LA SANITA’…

RENZI IN CALABRIA PER IL LIBRO…..E  L’OSSESSIONE DI OLIVERIO PER LA SANITA’

L’OSSESSIONE di Oliverio è sempre quella ,da quando si è insediato alla guida del governo regionale, di metttere le mani sulla sanità attraverso la nomina a commissario per il piano di rientro.Una ossessione giustificata da quanto muove la spesa sanitaria-quasi il 70 per cento del bilancio regionale-per non dire delle nomine e delle assunzioni che sono il cuore del clientelismo elettorale.Fino ad oggi Oliverio non ce l’ha fatta a farsi nominare commissario,un po’ perché il doppiogioco in politica richiede una intelligenza  che lui non ha e,quindi, non può fare il “renziano” mentre traffica con Martina e non disdegna di attovagliarsi, in discrete trattorie romane,con i vecchi compagni della “ditta”ex- PCI, oggi MDP. Non è fesso Renzi,né lo sono Guerini e Lotti.Poi ci sono i risultati del referendum del 4 dicembre e delle ultime amministrative che riflettono il grado di consenso di cui il governo regionale, guidato da Oliverio, gode nell’elettorato calabrese.Renzi,in visita a Diamante per presentare il suo libro e parlare di politica,non ha preso impegni ma si è limitato a dire che fra Campania e Calabria non ci possono essere due pesi e due misure,volendo significare che , se in Campania è stato nominato De Luca commissario, non si vede perché non fare altrettanto in Calabria.Ma Renzi sa che la nomina del commissario per la Calabria è in quota all’AP di Angelinio Alfano e della Lorenzin,che è come dire in mano ai fratelli Gentile con i quali in Calabria è in atto un duro scontro che va dalla riconferma o meno di Pino Gentile alla vicepresidenza del consiglio regionale al comune di Rende dove,con la regia di Oliverio e di Nicola Adamo, il gruppo Gentile è stato estromesso dalla maggioranza e sbattuto all’opposizione. Renzi,quindi,può anche dolersi che Oliverio non sia stato nominato commissario come De Luca in Campania ma conosce bene le regole delle lottizzazioni politiche e non si vede perché Alfano-Lorenzin-Gentile dovrebbero dare via libera all’ossessione di Oliverio in cambio di nulla.Ma non è detto che Renzi abbia preso seriamente a cuore le sofferenze di Oliverio per la mancata nomina.Per certo qualcuno gli avrà detto che,dopo tre anni di governo regionale a trazione PD,il bilancio è nettamente negativo.Più spregiudicatamente-come scriviamo noi da molti mesi-Oliverio risulta il più inutile e incapace presidente che la Calabria abbia avuto dalla nascita delle regioni.Quanto agli aspetti politici della venuta di Renzi a Diamante,certamente ne trae vantaggio Ernesto Magorno che ancora una volta ha dimostrato di saper muovere e creare,con successo di pubblico,attenzione intorno alle venute di Renzi in Calabria.Tra l’altro Magorno per le battaglie renziane ha sempre garantito,nell’area politica che maggiormente controlla,percentuali di consensi intorno all’80 per cento.Oliverio,ruspante com’è, non capisce che i numeri hanno  una capacità di convincimento che le chiacchiere, in cui è bravissimo, non potranno mai avere.La venuta di Renzi rafforza,quindi,la segreteria di Magorno e implicitamente lo legittima a organizzare i congressi senza preoccuparsi più di tanto di chi vorrebbe disarcionarlo.Quanto al risultato politico che Renzi capitalizza con l’incontro di Diamante ci è  parso modesto.In fondo ha ripetuto le cose che in più occasioni ha detto nei talk show televisivi.Se Renzi ha un problema soprattutto d’immagine, a parte i contenziosi con gli scissionisti del MDP,è sull’immagine che deve lavorare facendo prevalere sul dato caratteriale l’autocontrollo razionale.Invece anche a Diamante, pur ammettendo alcuni errori, non è riuscito a controllare supponenza e autostima.Gli 80 euro,il jobs act,la buona scuola,i 500 euro ai giovani da spendere in libreria se venissero presentati non come un successo scontato ma come  risposte date a  problemi che premevano sul quadro politico, probabilmente troverebbero più considerazione nel pubblico che va ad ascoltarlo.Il problema che Renzi non vede-o non vuol vedere-è che un fatto,cioè un atto del governo,non vale per come il governo l’ha concepèito ma vale per come i cittadini governati lo percepiscono.Certamente-come va ffermando Renzi-1.080 euro al mese per chi ne percepiva soltanto mille sono un sollievo,per quanto modesto, ma la percezione è che gli 80 euro non risolvono gli assilli del bilancio familiare e non allontanano i sacrifici della crisi.Il PIL può salire anche di 2 punti ma se gli effetti benefici non si riverberano sui bilanci familiari è fuffa per giornali compiacenti e pretesto per chiacchierare in talk show inconcludenti.Non è certamente un problema soltanto di comunicazione ma se Matteo Renzi, nel suo tour, manifestasse più dubbi che certezze ne avrebbe molto da guadagnare.E riscuoterebbe molti più applausi di quelli che comunque gli sono stati tributati anche a Diamante.