VITALIZIO PER I CONSIGLIERI REGIONALI:NON SI VERGOGNANO…..

Aula112VITALIZIO PER I CONSIGLIERI REGIONALI:NON SI VERGOGNANO…..

Questa testata on-line da molti mesi non sta risparmiando critiche e stroncature all’operato del presidente Mario Oliverio,nel convincimento che è venuto meno,consapevolmente o meno, condizionato o meno,agli impegni che aveva assunto col corpo elettorale e con i calabresi al momento della candidatura a presidente.Ha assecondato,oltre misura,l’ossessione di mandare a casa i commissari e riacquisire il controllo della spesa sanitaria.Aveva annunciato la bonifica degli uffici regionali,la rotazione dei dirigenti più chiacchierati,la trasparenza degli atti amministrativi e soprattutto la pubblicità delle voragini nei bilanci degli sub-regionali e relative responsabilità. Lavoro, lotta alla povertà,turismo,trasporti,porto di Gioia Tauro,politiche culturali sono rimasti capitoli del voluminoso programma di governo. In attesa che fosse lui a fare luce su come sono stati gestiti gli enti sub-regionali,dilapidando risorse,ci ha pensato la magistratura  mettendo sotto processo e custodia cautelare i vertici di nomina politica di  alcuni di questi enti..A due anni e più dall’insediamento alla guida della regione è lo stesso Oliverio a dover ammettere di non essere riuscito a ottenere risultati concreti,significativi e visibili.Ha spiegato che ha incontrato resistenze nella “macchina regionale”, nella dirigenza dei dipartimenti,cioè in quella zona grigia che si era impegnato a bonificare e rendere trasparente.Ha dovuto ammettere che l’operazione “garanzia giovani”,per dare occasioni di lavoro ai giovani calabresi,è fallita perché la “macchina regionale” non ha eseguito le direttive politiche,cioè le decisioni di Oliverio e della sua giunta.A tutto questo si aggiunga il profilo etico-politico di personaggi, abituali frequentatori della sua anticamera, la cui vicinanza non gli crea alcun imbarazzo nonostante l’impresentabilità dei soggetti.Tutto questo non ci impedisce oggi di riconoscere a Oliverio di avere preso una posizione di rilevante significato etico-politico  di fronte alla iniziativa di 20 consiglieri regionali che vorrebbero riconosciuto per legge un vitalizio aggiuntivo al trattamento pensionistico di cui godono con la normativa vigente. L’iniziativa è mascherata con un linguaggio tecnico che induce a pensare che si tratti di “contributi” pensionistici a carico dei consiglieri per definire il trattamento di fine mandato ma, alla prova dei fatti,si tratta di un vitalizio aggiuntivo a carico delle casse regionali e,quindi,a carico dei calabresi.Roba da non credere dove colpisce più la sfrontatezza dell’iniziativa che l’ammontare in sé del costo aggiuntivo per le casse regionali, considerato che il consiglio regionale,sotto la pressione dell’antipolitica e delle rimborsopoli regionali, ha provveduto a eliminare i vitalizi deliberati dai precedenti consigli regionali.Rimangono a carico delle casse regionali i vitalizi di circa 130 ex-consiglieri,per una spesa annuale di 6milioni di euro, che conservano un privilegio acquisito e non revocabile.Oliverio ha usato toni duri, ha preso le distanze fino a minacciare,là dove la proposta di legge dei nuovi vitalizi dovesse arrivare in aula, a mettere in discussione la prosecuzione della legislatura.Praticamente la rinuncia alla presidenza.Ora non è dato sapere se la penosa marcia indietro iniziata dai 20 consiglieri è dovuta più alla minaccia di Oliverio che all’ondata di indignazione arrivata sulla stampa da parte dell’opinione pubblica.Conoscendo la qualità e le sensibilità del nostro ceto politico siamo portati a ritenere che rispetto alla interruzione anticipata della legislatura,con implicita perdita di indennità e privilegi, il tentativo di aggraffare un vitalizio aggiuntivo è diventato piccolissima cosa.In effetti siamo in presenza di un ceto politico  pezzente moralmente più che economicamente, considerato che pascolano su una indennità lorda mensile di 20 mila euro circa,fra annessi e connessi, senza produrre nulla:né leggi,né idee e meno che mai risultati.