SALVINI  E DI MAIO-SE STANNO RECITANDO SONO BRAVI…..

SALVINI  E DI MAIO-SE STANNO RECITANDO SONO BRAVI…..

Si può affermare che il Paese si sta dividendo, nei pronostici, fra chi ritiene che dopo il voto del 26 maggio il governo dovrà fare il tagliando e verificare la tenuta e chi pensa che, comunque vada, Lega e 5Stelle sono costretti a continuare l’alleanza di governo.

Lasciando da parte i “rosiconi” che non costituiscono un campione attendibile per fare previsioni bisogna prendere atto che  ormai i contrasti fra Di Maio e Salvini ormai sono all’ordine del giorno.Non solo non si parlano da settimane ma non sono d’accordo su nulla.A quanto pare  il punto non è se le questioni da affrontare rientrano nel contratto di governo o meno ma come vanno affrontate dalla flat tax al regionalismo differenziato, al decreto sicurezza, al salario minimo, allo sblocca cantieri,la TAV ecc. e cc.-

Bisogna prendere realisticamente atto che la luna di miele è finita e non sarebbe un dramma ma il matrimonio non tiene e siamo alle baruffe e alle provocazioni che annunciano il divorzio. Se, come sostiene qualcuno, è tutto un teatrino concordato in cui Di Maio e Salvini si sono assegnati i ruoli, bisogna riconoscere che sono attori consumati nel senso che sono così bravi da far sembrare vere e reali le dispute che stanno inscenando.

Ci sarebbe da dire che in questa commedia delle parti si dovrebbe inserire Zingaretti per costringerli a  fare sul serio ma il nuovo segretario del PD è molto compiaciuto di come vanno le cose per il PD  per aver fermato la sua caduta verticale. Non coglie, però, l’imbarbarimento della vita politica, i rischi che corre la democrazia, la manipolazione del confronto democratico, se ha un senso la chiusura di 23 pagine su facebook riconducibili a Lega e 5Stelle che, a quanto pare, inquinavano l’informazione costruendo notizie di comodo.

C’è però un’altra scuola di pensiero che non crede alla  messinscena concordata fra Salvini e di Maio e ritiene reali e motivati i contrasti e le responsabilità che si addebitano reciprocamente perché sono venuti al pettine i nodi che esistevano già ai blocchi di partenza del governo e che si pensava di superare col contratto.

In verità c’è una visione diversa dei problemi e delle soluzioni ma c’è anche l’esigenza vitale per Di Maio di non andare troppo sotto col voto europeo e di contenere il distacco di voti con la Lega entro i 5 punti. Per conseguire questo obiettivo Di Maio ha bisogno di prendere le distanze da Salvini e di dimostrare che  il governo guidato da Conte non è a trazione leghista.

Ma ecco che a 10 giorni dal voto irrompe sulla scena l’arresto di amministratori leghisti nel cuore della Padania per questioni di appalti e lo stesso Salvini viene indagato per l’uso che avrebbe fatto degli aerei di Stato per i suoi tour elettorali. Salvini grida al complotto a fini elettorali , sfida a dimostrare che egli abbia profittato degli aerei di Stato e si rivolge agli italiani per le “cose da fare” e che non gli vogliono far fare.

Ci si aspetterebbe che da parte dell’alleato di governo 5Stelle arrivasse un segno di solidarietà, per quanto sfumata,  magari espressa in politichese,tipo “lasciamo che la magistratura faccia il suo lavoro”, oppure un imbarazzato silenzio.Invece Di Maio e quelli vicini a lui pongono la corruzione come problema ineludibile che segna le differenze e impone una presa d’atto.  Già la vicenda del sottosegretario Siri aveva messo in crisi il rapporto Salvini-Di Maio, se ora il capo dei 5Stelle rilancia con la questione morale e parla, non a caso,  di una seconda tengentopoli. vuol dire che cerca lo scontro e l’odore del sangue.

A questo punto  la scuola di pensiero che sostiene  essere una messinscena le critiche che Di Maio e Salvini si vanno scambiando perde di attendibilità perché  il danno politico che colpisce la Lega a 10 giorni dal voto è reale.E se Di Maio cavalca la questione morale e la corruzione che dilaga da nord a sud sa bene che anche la Lega ne viene travolta per quanto Salvini gridi al complotto.

Più realisticamente, a vedere la piega che hanno preso gli eventi, si può anche ipotizzare che Di Maio si sia convinto che Salvini farà saltare il banco dopo il voto europeo. Il sospetto gli è venuto nell’apprendere che Salvini e Berlusconi hanno ripreso a parlarsi. L’ atteggiamento di Salvini di sottrarsi alle convocazioni di governo e di maggioranza, nonostante le insistenze di Di Maio che si dichiara pronto a discutere di tutto compresa la flat tax, induce a ritenere che effettivamente il governo ha i giorni contati.Di Maio l’ha capito e non vuole subire l’onta di essere scaricato.Si sta giocando la partita della sopravvivenza politica sua e del Movimento5stelle come forza di governo. Perché se per Salvini c’è l’opzione di andare al voto col centrodestra,Di Maio  non è certo il più indicato per una ipotesi di governo insieme al PD. Cerca di intestarsi il merito di avere detto no a Salvini in nome di una identità e di valori che per l l M5Stelle sono irrinunciabili.

Se cadrà il governo è facile prevedere che il Movimento gli chiederà di farsi da parte, condizione inevitabile, per provare ad avviare col PD una trattativa di governo.Molto dipenderà dalla risposta delle urne.