CASTROLIBERO E IL FIUME DIMENTICATO….

CASTROLIBERO E IL FIUME DIMENTICATO….

Nel trittico dei tre comuni dell’area urbana Castrolibero rappresenta la zona a vocazione residenziale, dai più entusiasti definita i Parioli dell’area urbana. Il suo sviluppo edilizio è stato equilibrato e sufficientemente bilanciato col verde.Si autodefinisce “città solare” e le colline che la circondano fanno maggiormente risaltare l’azzurro del cielo.

Castrolibero ha il suo Centro Storico che ospita il Palazzo comunale ed offre nel complesso una immagine e un’atmosfera di tranquillità con bioritmi di altri tempi. Doveva ospitare residenze universitarie ma il progetto si è arenato per mancanza di fantasia e cultura manageriale.

Oggi Castrolibero è rappresentata dalla parte nuova, con fabbricati che non superano il quarto piano per lo più utilizzato a mansarda ma sono molte le villette con giardino, alberi ombrosi e arredo floreale.

Castrolibero inizia il suo sviluppo urbanistico negli anni 70-80 con le intuizioni di quello che resta nell’immaginario collettivo il sindaco-patriarca di Castrolibero: Scipione Valentini.

Figura prestigiosa del socialismo cosentino, intellettuale militante, amministratore integerrimo aperto al sociale e alle istanze dei più deboli, ha avviato sotto stretto controllo lo sviluppo edilizio di Castrolibero.

Dopo di lui si sono segnalati, in continuità amministrativa, ma con politiche di consistente valore aggiunto, i sindaci Cenzino Aiello e Pino Celestino, figure caratterialmente diverse, politicamente schierati il primo con la Dc  e il secondo con il PSI ma capaci, nella dialettica del confronto politico, di trovare la sintesi e lavorare insieme per obiettivi condivisi.

Cenzino Aiello , politicamente intelligente e uomo del fare, ha dato una notevole spinta alla vitalizzazione della città per evitare che si configurasse come città dormitorio, priva di strutture per le relazioni sociali.

E’ con lui che trova realizzazione l’intuizione di realizzare il teatro all’aperto in un avvallamento naturale del terreno infestato dalle erbacce e passeggiata privilegiata per i padroncini di cani. Se si convinceva di una idea, di un progetto, Cenzino Aiello non guardava alle appartenenze e cercava sostegno in chi come lui voleva la crescita e lo sviluppo di Castrolibero

Con Pino Celestino,detto il “barone” per il suo stile di vita, la Ferrari che ostentava nelle grandi occasioni,Castrolibero decolla come i Parioli dell’area urbana.Socialista e bon viveur, Pino Celestino ha segnato la fase di insediamento di una fascia sociale benestante, prevalentemente delle libere professioni e della burocrazia medio-alta.

Dati alla mano, Castrolibero oggi presenta indicatori demografici di particolare livello sia quanto a reddito pro-capite sia sotto il profilo dei titoli di studio della popolazione residente. La vita sociale è limitata perché mancano le strutture di servizio. Non c’è un cinema, un teatro, quasi niente ristoranti ma pizzerie anche per via della vicinanza a Cosenza e a Rende che in materia dispongono di un’offerta ampia e diversificata.

A inizio del terzo millennio,siamo al 2001, viene eletto sindaco Orlandino Greco formatosi, come consigliere comunale e assessore, nelle amministrazioni guidate da Cenzino Aiello e da Pino Celestino. Ingegnere, fortemente motivato politicamente, con lui Castrolibeo si pone in competizione con Cosenza e Rende per qualità della vita, ordine urbanistico, sviluppo delle infrastrutture.Con lui la popolazione scolastica delle medie superiori passa da poche centinai a circa 1300 di oggi. Illuminazione, strade, verde attrezzato e soprattutto la gestione dei rifiuti diventa modello per i comuni dell’hinterland cosentino.L’ambizione era di trasformare i rifiuti in biogas a dimostrazione che anche al sud si è capaci di guardare lontano e pensare al futuro ma la Regione,inizialmente convinta con Agazio Loiero della validità dell’iniziativa, ha successivamente  ha fatto mancare il suo concreto impegno.

Con Orlandino Greco, che sarà rieletto sindaco con percentuali bulgare per ben due volte, trovano incentivo i servizi e le attività commerciali mantenendo col capoluogo la distanza di una qualità della vita che fa tutt’oggi la differenza.

Castrolibero ha una storia ambientalista che gli altri comuni non possono vantare e genera stupore dover constatare la mancata valorizzazione del torrente Campagnano nel tratto che lambisce il territorio di Castrolibero e che potremmo definire il fiume dell’area urbana poiché vi insistono oltre Castrolibero i confini di Cosenza,Rende  e Mendicino.

Trascurato perchè non vissuto dall’immaginario collettivo, anche perché ricoperto di erbacce e privo di una qualche manutenzione, il fiume è stato per lunghi anni una presenza ignorata ed anche mortificata da scarichi abusivi e maleodoranti.

Orlandino Greco ha l’intuizione di trasformare il fiume e le sue spianate in un’area verde, restituendo visibilità al corso dell’acqua e, soprattutto, procedendo ad un’azione di bonifica di tutti gli scarichi e di ogni forma di contaminazione ambientale.In una fase successiva è venuta la realizzazione della passeggiata lungofiume che costituisce un unicum nell’interscambio fiume-territorio urbano.

Per un’area urbana soffocata nel cemento, a parte Rende col suo parco fluviale poco vissuto come quello di Cosenza, l’area verde del lungofiume di Castrolibero rappresenta una opportunità non sufficientemente valorizzata e apprezzata.

Orlandino Greco conserva il merito di averla voluta e realizzata ma gli si rimprovera ,da consigliere regionale, di essersene disinteressato per come avrebbe potuto e dovuto.

L’amministrazione in carica, guidata dall’ing. Giovanni Greco, persona di alto profilo istituzionale, lontano dalle risse e dal chiacchiericcio politico, cultore dei requisiti della legalità e della trasparenza che debbono connotare un’amministrazione, ha recentemente fatto ripulire,per la parte riguardante Castrolibero, argini e spianate mentre Cosenza,Rende e Mendicino dovrebbero fare il resto.

Così come è fruibile oggi, l’area verde che ingloba il fiume a Castrolibero rappresenta quanto di più godibile può offrire la primavera che si è appena annunciata. Bisogna pensare a qualche iniziativa per pubblicizzare l’offerta ambientalista, per far conoscere alle famiglie dell’area urbana la possibilità che viene loro data per trascorrere all’aperto, col rumore dell’acqua che scorre limpida, una giornata di sole.

Si annuncia la nascita di un comitato di cittadini per stimolare iniziative ed eventi e per dare concretezza a quella cultura ambientalista che ha sempre caratterizzato  Castrolibero e che deve stimolare le nuove generazioni a proteggere il territorio dall’incuria e dall’abbandono. C’è l’ipotesi di una area pic-nic attrezzata  e la creazione di fondali per la pesca sportiva. L’occasione,forse, sarà una festa per salutare l’arrivo della primavera, come si faceva una volta con i riti della civiltà contadina.Ma anche a viverla così com’è oggi  l’area verde del lungofiume legittima e conferma, nella  armonia degli elementi naturali,   perché Castrolibero può definirsi città solare.