ELEZIONI REGIONALI-SE IL CENTROSINISTRA VUOLE VINCERE…..

ELEZIONI REGIONALI-SE IL CENTROSINISTRA VUOLE VINCERE…..

C’è la data delle elezioni europee a maggio ma delle regionali in Calabria non si sa nulla. Qualcuno sostiene che la data potrebbe slittare  al 2020 e, se così dovesse essere, vuol dire che ci sono manovre in corso per subordinare la data a calcoli e convenienze di parte. E’ pur vero che il consiglio regionale uscente non ha brillato per impegno, competenza, responsabilità e cultura di governo distinguendosi,ultimimante.per le resistenze opposte al doppio voto di genere, uomo-donna alternato.

Ma se i consiglieri regionali ,per altro spiegabilmente, sono ossessionati dal timore di non essere rieletti non si spiega  perché mai i partiti e i loro gruppi dirigenti,per quel che valgono e ancora contano, non affrontano il problema delle candidature, a meno che non si vogliano ritenere irreversibili le candidature già annunciate di  Mario Oliverio per il centrosinistra e Mario Occhiuto per il centrodestra.

Sulla candidatura di Mario Occhiuto ci sarebbe già il nulla osta del centrodestra calabrese mentre per Mario Oliverio c’è l’autocandidatura annunciata con una messinscena di duecento sindaci che hanno confusamente firmato un manifesto per la sua ricandidatura salvo ripensamenti, correzioni, distinguo, precisazioni. Non se ne è parlato più.

Sulla candidatura o, meglio ricandidatura,di Mario Oliverio pesa come un macigno il silenzio del PD, almeno in via ufficiale, formalmente perché le candidature nel PD passano per le “primarie” o comunque per i pronunciamenti degli organismi di partito.

Per Mario Oliverio comunque, volendo prescindere dalla sua vicenda giudiziaria e l’obbligo di dimora cui è stato sottoposto, deve valere il giudizio che si dà del quinquennio in cui ha governato. Ha più volte annunciuato un report sulle cose fatte e i risultati ottenuti ma fino ad oggi il report non è uscito.

E’ uscita invece la vergognosa condizione in cui versano gli ospedali calabresi e la sanità più in generale e avrà pure qualche rilevanza il fatto che la ministra Giulia Grillo ritenga che il maggior responsabile è proprio Mario Oliverio per non aver esercitato,tramite gli uffici del dipartimento della sanità, i dovutri controlli. Oliverio cerca di scaricare la responsabilità sui commissari nominati dal governo nazionale ma è storia nota che Oliverio, sin dal suo primo giorno di insediamento, ha fatto la guerra ai commissari e non per migliorare la situazione ma per certificare che con i commissari la situazione era peggiorata e, addirittura, erano a rischio i livelli essenjziali di assistenza.

Comunque sia oggi Oliverio, per molteplici ragioni, sarebbe il candidato meno accreditato, nel giudizio dell’ opinione pubblica e del popolo di centrosinistra, per contendere al centrodestra la guida della Regione.E’,invece, fuor di dubbio che Oliverio conserva nel partito e nel potere regionale una forza contrattuale con la quale bisogna fare i conti ma non sarà il sostegno dato alla candidatura di Zingaretti a fargli superare le resistenze, dentro e fuori il partito, alla sua ricandidatura.

Urge allora, se non si vuol dare per vinta “a tavolino” la partita al centrodestra, guardare altrove, nella linea “inclusiva” del nuovo segretario nazionale, scegliendo una personalità fuori dal notabilato di partito e, soprattutto, che non sia in nessun modo compromessa con i fallimenti accumulati ,dal PD e dal governo regionale, nelle consultazioni elettorali degli ultimi anni che hanno portato il PD a percentuali disastrose.

Ci sarebbe una candidatura, forse, fra le altre possibili, che andrebbe valutata con serenità, responsabilità e la capacità di proiettarla nello scenario di quadro politico che oggi presenta la Calabria. Ricordiamo l’impietoso giudizio dato dal “Corriere della Calabria” del PD calabrese, all’indomani delle primarie del 3 marzo e da CSOggi messo in pagina e ancora leggibile.Ciò che deve preoccupare è la mancata reazione del PD a tutti i livelli di responsabilità e di rappresentanza, a cominciare dai parlamentari, dai consiglieri regionali fino ai dirigenti e feudatari del partito.

Anna Falcone è personaggio largamente conosciuto grazie anche alla partecipazione ai talk show televisivi che ne hanno individuato talento, grinta, competenza e“phisique du role”.Faccia pulita della sinistra, Anna Falcone ha capitalizzato negli ultimi anni esperienze politiche che ne fanno oggi una figura credibile e affidabile per una sinistra che vuole ritrovare se stessa e i suoi valori.

Politicamente ha alle spalle una appartenenza al PSI maturata ai tempi in cui Giacomo Mancini, con la sua visione laica e libertaria del partito, conduceva, quasi isolato, la battaglia garantista contro le leggi liberticide.E’ stata membro della direzione nazionale con Nencini segretario ma , assorbita dai suoi studi giuridici che oggi ne fanno una autorevole costituzionalista, ha accantonato la politica per un  periodo di impegni professionali e di ricerca sulla legislazione, a livello europeo, in materia di diritti delle donne.

Ha avuto un ruolo di primo piano insieme a Tomaso Montanari nel tentativo di dare vita a una formazione politica di sinistra scaturita da una affollata assemblea  in un cinema romano. Le vicende travagliate all’interno del Pd, culminate con la scissione di LEU, hanno spento l’entusiasmo di quanti avevano creduto nell’iniziativa di Anna Falcone e Tomaso Montanari.

Dopo la disfatta del 4 marzo e la nascita del governo Lega-5Stelle Anna Falcone non ha abbandonato il campo e resta una protagonista del dibattito politico all’interno della sinistra larga e inclusiva.

Sarebbe la candidata meglio calibrata politicamente  per il centrosinistra calabrese se , con senso di realismo, ciò che rimane della sinistra vuole affrontare la competizione elettorale con una concreta possibilità di vincere.

Non è dato sapere se Anna Falcone, che ormai vive stabilmente a Roma pur con ininterrotti ritorni a Cosenza, è disponibile per una candidatura di lotta e di governo. Qualcuno all’interno della sinistra calabrese dovrebbe rifletterci sopra, senza perdere tempo, perché il centrodestra, con Mario Occhiuto in tour pre-elettorale, viene dato già in vantaggio.