IL BOOM PRONOSTICATO DA DI MAIO FINISCE IN RECESSIONE…

IL BOOM PRONOSTICATO DA DI MAIO FINISCE IN RECESSIONE…

In politica si può anche improvvisare  giocando sui numeri e puntando sul futuro che, notoriamente, esposto a dubbi non può garantire certezze.

Come sia venuto in mente a Luigi Di Maio, di fronte alle osservazioni di Bruxelles circa le previsioni di crescita della nostra economia, di affermare che un radioso boom economico, come negli sessanta, scaturirà dalle riforme di bandiera effettuate, non è dato saperlo.Forse l’entusiasmo puramente emotivo, come il tripudio dal balcone all’approvazione del rapporto deficit-pil al 2,4%, ancora una volta lo ha indotto a sbagliare.

Non fosse ministro dello Sviluppo qualche giustificazione,forse, per Luigi Di Maio si potrebbe trovare, non avendo alle spalle studi adeguati, ma per il peso e le responsabilità che ha nelle decisioni del governo, non si può indulgere.Non è un bluff ma una consapevole fake-news.

L’ISTAT,dunque, ci consegna il dato che, come nel terzo trimestre 2018, anche nel quarto il pil è di segno negativo (-0,2) e per gli economisti è già recessione in senso tecnico, che si ha quando per due trimestri consecutivi l’indice è comunque negativo.

E’ pur vero che sia Conte che il ministro Tria si sono affrettati ad affermare che andrà meglio nel secondo semestre dell’anno in corso ma, certamente, non sarà comunque il boom imprudentemente vaticinato da Di Maio.

Ma non è con l’ottimismo che si può rispondere ad una recessione che è frutto e conseguenza di una crisi più generale che parte dalla Cina e non risparmia l’Europa. Né si può trovare giustificazione addebitando ai governi precedenti la responsabilità della recessione di oggi. Diventa così fondata la percezione che Di Maio e company non siano consapevoli  dove va l’economia reale e questo rende più grave la situazione.

Recessione,tecnica o meno, significa minore ricchezza prodotta e,quindi,meno investimenti, meno occupazione,meno esportazioni, nuove povertà e sacrifici per tutti.

Dal mondo delle imprese si chiedono misure urgenti finalizzate a sbloccare i lavori pubblici ed a sostenere gli investimenti privati  senza dei quali non ci può essere né crescita nè nuovo lavoro. Alla prova dei fatti reddito di cittadinanza e legge Fornero ,riforme-bandiera di 5Stelle e Lega, a parte qualche riflesso sulla domanda interna, non avranno alcuna incidenza sulla crescita e avranno appesantito di non pochi miliardi la tenuta dei conti pubblici a partire dall’anno prossimo.

Il tutto con la cinica consapevolezza di avere agito, Lega e 5Stelle, in funzione del test elettorale delle elezioni europee che, se per Salvini sanciranno  l’incoronazione della Lega a primo partito, per i 5Stelle sarà una caduta verticale da quel 32 per cento delle politiche del 4 marzo.

Si vedrà ma c’è una mina vagante che divide profondamente il M5Stelle ed è l’autorizzazione a procedere contro Salvini chiesta dalla magistratura per la vicenda della nave “Diciotti”, in cui si ipotizza il reato di sequestro di persona.Molto probabilmente si troverà il modo di salvare la sopravvivenza del governo ma il voto segreto è in agguato.Se Salvini dovesse andare a processo, comincerebbe tutto un altro gioco al quale Berlusconi, che non è nato ieri, si sta già preparando.