DALLE FELPE ALLE DIVISE, DALLA NUTELLA  AI TORTELLINI  LA TERZA REPUBBLICA DI MATTEO SALVINI…

DALLE FELPE ALLE DIVISE, DALLA NUTELLA  AI TORTELLINI  LA TERZA REPUBBLICA DI MATTEO SALVINI

Vorrebbe significare che lui si identifica con le forze dell’ordine, presidio e garanzia della nostra vita democratica, ma dimentica  la divisa della Guardia di Finanza che sa essere alla ricerca dei 49 milioni di finanziamento pubblico alla Lega spariti in qualche paradiso fiscale.

Non solo.Qualcuno dovrebbe spiegargli che una divisa , soprattutto  se di forza militare, va indossata con decoro e dignità proprio per ciò che rappresenta.Matteo Salvini, abituato alle felpe estemporanee di piazza  in relazione ai suoi comizi, indossa giacconi o giubotti di polizia e carabinieri come se li avesse acquistati all’usato di un mercatino delle pulci , per fare scena. L’immagine che offre, a farci caso, sarà per la barba  il ghigno mal controllato e l’aria affannata , è di un reduce ammaccato e disfatto scampato  a una battaglia campale.

Da un ministro dell’Interno ci si aspetterebbe altro che il saluto confidenziale con uno spacciatore ultrà uscito di galera. A sua insaputa ,ha fatto sapere dopo la pubblicazione della foto.

Ora, senza ricorrere alle espressioni radicali e impietose che Roberto Saviano riserva a colui che chiama  ”il ministro della paura”, vorremmo dire a Salvini che, a parte le casacche di polizia e carabinieri, la ruspa dei  casamonica, il bagno nella piscina sequestrata al boss, da un ministro dell’Interno ci si asperebbe-semmai- che presenziasse alla consegna di criminali alla giustizia.Possibilmente criminali di mafia, camorra e ‘ndrangheta. Con la penuria di sbarchi di migranti che c’è e la scarsa voglia di sparare in casa alle ombre sospette-visti i rischi- la rendita nei sondaggi si va assottigliando.

Se non interviene qualche stupro commesso da delinquenti di colore, il suo  staff,  che imperversa  su twitt  e facebook , dovrà inventarsi qualcos’altro, per l’indice di gradimento, che non sia la nutella o i tortellini al sugo di salsiccia dopo il rosario ostentato nei comizi. A questo è ridotta la Terza Repubblica, a trazione Lega e 5Stelle, col suo ministro dell’Interno che irrideva alla iniziativa della magistratura di chiamarlo a rispondere dell’approdo negato a navi ong cariche di  migranti con donne e bambini.

Passerà anche questa, perché la storia è fatta anche di cicli negativi, ma resterà l’interrogativo come la patria dell’impero romano , di Cesare e Ottaviano, del  Rinascimento, di Michelangelo e Leonardo,di  Dante e Manzoni, di  Cavour e Quintino Sella, di De Gasperi e Togliatti, di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer sia potuta finire nelle mani di Di Maio e Salvini.

Si dirà per gli errori di altri ma non sarà una consolazione.