OLIVERIO:DOPO LE CATENE ….IL DIGIUNO…MA…

OLIVERIO:DOPO LE CATENE ….IL DIGIUNO…MA…

Non è che ci voglia grande fantasia per immaginare in che stato d’animo è il presidente della giunta Mario Oliverio ma bisogna tenere i piedi per terra e affrontare la realtà per quanto amara possa essere. Oliverio per primo sa quali conseguenze avrà sull’assetto generale della politica calabrese il ciclone giudiziario che si è abbattuto sulla “cittadella” di Catanzaro ma sa anche che, ai vari livelli di potere e di ambizioni, c’è già chi si muove per trarre vantaggio dalle sventure altrui. A cominciare dai suoi oppositori politici. E’ stato sempre così.

Per Oliverio inizia domani il percorso del  “cittadino in attesa di giudizio”e farebbe bene a non indulgere a ottimismi che sconfesserebbero l’inchiesta della DDA di Catanzaro e le misure cautelari adottate. Non è tempo per evocare   eroi nella magistratura e  martiri della politica.

Ci sono dei fatti di rilevanza penale che configurano ipotesi di reato pesanti e che ripropongono ancora una volta l’intreccio criminoso politica-burocrazia-malaffare. Chi ha formulato le accuse ha il dovere di provarne la fondatezza ma i tempi sono quelli che conosciamo anche se per Oliverio, considerata la delicatezza del ruolo, nel giro di qualche giorno ha ottenuto l’interrogatorio del gip e il pronunciamento del Tribunale del Riesame per subito dopo Natale. Tutto sommato è un privilegio.

Ha già ottenuto e incassato una precisazione di Nicola Gratteri con la quale il dominus dell’inchiesta chiarisce che,  per Oliverio, non c’è l’aggravante di favoreggiamento mafioso ,limitandosi l’ipotesi di reato all’abuso di ufficio  anche se i pubblici ministeri avevano chiesto gli arresti domiciliari già quattro mesi fa. La derubricazione  della richiesta a “obbligo di dimora” implica un alleggerimento della sua posizione processuale ma i tempi tecnici della verità giudiziaria non sono brevi.

Detto questo , sottraendoci alle dichiarazioni garantiste di circostanza e agli stucchevoli auspici che  la giustizia faccia il suo corso possibilmente “presto”, c’è da prendere atto intanto di come ha risposto il mondo politico.

A conti fatti, pesate le parole, nessuno è andato al di là dell’auspicio che Oliverio possa dimostrare la sua estraneità ai fatti addebitatigli che, ci si rende conto, può valere per chiunque venga colpito da misure restrittive e ipotesi di reato. Insomma non si sono sprecati ,né i consiglieri di maggioranza né il partito di appartenenza di Oliverio.Dovrà vedersela da solo , sostenuto dai suoi avvocati , e attraversare i tunnell kafkiani della  giustizia  come è già accaduto per altri uomini politici .

Nella reazione di Oliverio alle imputazioni e all’obbligo di dimora c’è un aspetto che va chiarito a lui e a quanti ricorrono a pratiche di protesta non violenta quando si sentono colpiti da una ingiustizia. Oliverio ci aveva provato con l’incatenamento  davanti a Palazzo Chigi se il governo non avesse revocato la nomina del commissario alla Sanità. Non se ne fece nulla ed è stato meglio così perché le motivazioni erano piuttosto inconsistenti  ed era concettualmente avventato sostenere che  non dare la gestione della spesa sanitaria al presidente della giunta era una ingiustizia.

Ora Oliverio ha iniziato lo sciopero della fame, per altro-si legge-limitandosi soltanto  a  bere acqua. Sbaglia  perché anche Gandhi , per poter lottare,pur osservando il digiuno,  si concedeva  del latte e del tea. Marco Pannella che di digiuni se ne intendeva, limitava il suo sostentamento a tre cappuccini al giorno che non bloccavano certo la perdita di peso fino a ridursi ,lui mastodontico, a una larva impressionante. Ma per praticare la protesta non violenta a questi livelli ci vuole una forza interiore generata dal cuore e non dalla semplice volontà. Bene ,dunque,che il Tribunale del Riesame si pronunci entro la fine dell’anno.Per intanto consiglieremmo ad Oliverio, noi che politicamente abbiamo cessato di apprezzarlo  appena un anno dopo dal suo insediamento alla guida della Regione, di prendere almeno tre cappuccini al giorno.Il digiuno, per i suoi effetti collaterali, è una cosa seria e richiede  il monitoraggio  di una èquipe medica.Diamo ai fatti il giusto peso.