LA “TONNARA” DELLE CANDIDATURE……E I CALCOLI DI MATTEO RENZI…………

LA “TONNARA” DELLE CANDIDATURE……E I CALCOLI DI MATTEO RENZI

Ci sarà ancora qualche modifica dell’ultimo minuto ma il dramma delle candidature si è ormai consumato lasciando sul campo morti,feriti,delusi,rancorosi,vendicativi e via dicendo.Lo spettacolo è stato a dir poco indecoroso per quelli che supplicavano una candidatura e cruento per chi,ai vertici, ha preso le decisioni stroncando carriere e stravolgendo equilibri.Il più segnato è il PD che paga le sue contraddizioni e le sue ambiguità anche se, alla fine, emerge il disegno perseguito da Matteo Renzi di fare del PD un partito alle dipendenze del leader e reso inattaccabile dalle minoranze interne.Anche la scissione avvenuta con l’uscita della sinistra bersaniana e dalemina si configura come un obiettivo perseguito dallo stesso Renzi che la scissione l’ha prima provocata e dopo assecondata.Il secondo tempo dell’operazione è maturato al momento delle candidature,una vera “tonnara” per i non allineati, i poco affidabili e gli avversari interni palesi e occulti. Matteo Renzi porta a casa, secondo proiezioni incardinate ai sondaggi, 160 seggi su 200 che gli consentiranno di gestire il gruppo parlamentare senza sorprese e intralci.Tutti fedelissimi o,almeno, ritenuti tali. Non è detto che tutto sia scontato e che le cose vadano nella direzione prevista perché ora,chiusa la fase delle candidature, la parola passa agli elettori delle realtà locali che ubbidiscono a ragioni e logiche non sempre prevedibili e definibili.Pronti a capitalizzare il dissenso e i mugugni cui Matteo Renzi ha dato vita nel PD ci sono quelli di Liberi e Uguali  che politicamente sono nati proprio in opposizione a Renzi.Parliamo ovviamente degli elettori del PD che non vanno confusi con le clientele e le truppe cammellate che il PD alimenta là dove gestisce potere.Renzi,chiuse le candidature, si è dichiarato soddisfatto e convinto di avere messo su una squadra vincente nelle urne del 4 marzo ma chi conosce la realtà del partito ne dubita. Dipenderà,in parte, dai candidati che il PD ha messo in campo e che nelle previsioni dovrebbero migliorare le posizioni di partenza.In Calabria,per esempio,il PD viene dato in caduta libera,intorno al 15 per cento che, al di là dei pochi eletti, quali che siano, vuol dire una sconfitta annunciata.Mario Oliverio,che ha ottenuto la candidatura della Bruno Bossio a capolista,si dovrà dare molto da fare ma non si vede, visti i risultati della sua presidenza,perché dovrebbe far meglio delle prove elettorali precedenti.Si dovrà accontentare della rielezione della Bruno Bossio alla Camera ma non gli basterà per guadagnare considerazione politica a Roma.La stessa mancata candidatura di Marco Minniti in Calabria, che Oliverio avrebbe voluto per coprirsi le spalle, sta a significare che il ministro dell’Interno ha inteso prendere le distanze da un risultato sfavorevole dato per certo.Lo stesso Renzi, con molto realismo, messo al sicuro il fidatissimo Magorno, conta di completare il rinnovamento parzialmente avviato proprio sulla base dei risultati che daranno le urne. Anche nel centrodestra non sono mancate le epurazioni e le carriere stroncate ma, a quanto pare, i sondaggi non ne risentono.In Calabria può aver sorpreso la candidatura in Forza Italia del giovane Andrea Gentile,figlio del sottosegretario Antonio attuale sottosegretario nel governo Gentiloni, ma  Berlusconi sa che i Gentile portano i voti là dove sono schierati  e i voti i Gentile li hanno sempre avuti. A destra o a sinistra, se non addirittura a destra e a sinistra se dovesse aver fondamento l’indiscrezione riportata da un giornale on line che, nel collegio jonico di Corigliano, il candidato PD Ferdinando Aiello avrebbe  il sostegno dei Gentile.Il che poteva essere vero,come opzione di schieramento, prima che da Arcore venisse data via libera alla candidatura di Andrea Gentile sul Tirreno cosentino. Ma nella Calabria saudita nulla è impossibile.