RENZI IN CALABRIA : E’ FINITA A TARALLUCCI E VINO…………….

oliverio e renziL’occasione poteva essere  utilizzata per cogliere la distanza che separa la rappresentanza politica del PD dalla gente e dai problemi del “territorio calabrese.Invece Matteo Renzi si è lasciato portare a spasso per inutili itinerari scelti dai feudatari del PD  in totale tradizione democristiana, cioè lontano dalle aree del dissenso e di quella “sofferenza” dei territori che era nell’interesse dichiarato di Renzi conoscere. Gli schiamazzi dei militanti di AN e il pressing “sindacale” dei vigili del fuoco che a Reggio hanno caratterizzato l’arrivo in stazione restano consegnati al folklore che non manca mai in queste occasioni. In una regione in cui la soglia di povertà viene quotidianamente attraversata da migliaia di famiglie c’era ben altra “sofferenza” da far conoscere al segretario nazionale del PD e prossimo candidato a capo del governo.A cominciare dagli ospedali ridotti a “lazzaretti” con prontossoccorsi in permanente emergenza, dove c’è sofferenza vera alla faccia del diritto alla salute e del “piano di rientro”. Renzi sarebbe dovuto andare nelle università calabresi, sfidando qualche contestazione,per sentire dalla viva voce dei giovani calabresi in quale futuro sperano e quanta fiducia ripongano nel PD. Una visita a Gioia Tauro, area porto e dintorni, avrebbe significato consapevolezza del ruolo che può avere per l’economia calabrese e del sud il grande porto dove le maestranze sono sotto continua minaccia di licenziamento e cassa integrazione. Una visita a qualche comune sciolto per infiltrazioni mafiose avrebbe dato il senso che il PD sta dalla parte della legalità e delle popolazioni costrette a subire. Anche una visita al comune di Riace e al suo sindaco ,indagato per presunti abusi amministrativi nella gestione dei migranti, avrebbe dato il senso di un garantismo che va applicato soprattutto dove gli intrighi sono la regola, per non dire dell’assoluta innocenza proclamata dal sindaco indagato.Certo ci vuole coraggio e non calcolo opportunistico ma, senza nulla togliere al lavoro e al ruolo della magistratura, una solidarietà con “riserva” andava data al sindaco dei migranti assurto alle cronache internazionali per i meriti conquistati sul campo.Matteo Renzi,spostandosi in autobus, ha potuto constatare come siano lunghi i tempi di percorrenza fra una località e l’altra ma forse qualcuno avrebbe dovuto spiegargli come sia difficile e costoso raggiungere la Calabria e, una volta giunti, scoprire un mare inquinato da liquami fognari.Duemila incendi nell’estate appena trascorsa dovrebbero far riflettere e offrire una spiegazione che non sia l’autocombustione, alla quale non crede più nessuno. A cominciare dal responsabile della Protezione Civile. Anche una visita agli impianti di Goia Tauro per lo smaltimento dei rifiuti avrebbe dato il senso  della dimensione del problema e dell’emergenza in cui viviamo. Per non dire della tratta ferroviaria jonica e dei ritardi nel completamento della 106 che continua a seminare morti.Questo ed altro avrebbero dato il senso della sofferenza del territorio e di chi lo abita e vive. Ma se a governare il territorio da tre anni , a parte i sindaci targati PD che cercano di fare il possibile, è proprio il PD con Gerardo Mario Oliverio, come si fa a far emergere la sofferenza di un territorio e di una popolazione? Niente investimenti,niente lavoro, ospedali in tilt, trasporti da quarto mondo,gestione rifiuti inesistente,grandi appalti pubblici non in agenda, turismo in affanno per incapacità politica a farne una leva dello sviluppo, povertà sotto e lungo la soglia limite, fondi europei di cui non si conoscono i risultati ottenuti.Questa la Calabria che Matteo Renzi avrebbe dovuto conoscere a voler fare sul serio. Altro che “cantiere Calabria” e le chiacchiere di Oliverio.Invece il tour si è risolto in un giro turistico con al seguito tutta la nomenclatura PD calabrese che Renzi avrebbe dovuto sapere non gode di grande stima per come è dato constatare quando si avventura a parlare in pubblico con platee non addomesticate.A rendere il senso del tour di Matteo Renzi in Calabria può valere plasticamente la foto pubblicata da Gazzetta del Sud dove un Mario Oliverio gesticolante  e concentrato illustra a Renzi  un tavolo imbandito dei soliti prodotti tipici calabresi,presumibilmente salumi,formaggi e vini. Nella rurale rappresentazione per fortuna si è evitata la tarantella e resta il dubbio se Matteo Renzi abbia capito chi rappresenta il PD in Calabria ai più alti livelli.