“CHI L’HA VISTO” IL PRESIDENTE PIU’ INUTILE CHE LA CALABRIA ABBIA AVUTO…

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Dai radar della politica regionale  il presidente Gerardo Mario Oliverio è sparito.Non si ha notizia dove stia facendo danni ma i più ottimisti dicono che sarà a presenziare qualche stand enogastronomico in qualche fiera.Più realisticamente sarà alle costole di Matteo Renzi per ottenere la tanto ambita nomina a commissario per il piano di rientro in sanità.Ritiene di essersela guadagnata con le primarie vinte da Renzi ma controlli territoriali più attenti indicherebbero, al netto dei voti manovrati dal “grande mestatore” della politica calabrese, che non sarebbe merito suo.Se a Diamante,feudo politico ed elettorale di Ernesto Magorno,Renzi ha fatto registrare una percentuale bulgara,superiore all’80 per cento, a Cosenza e in provincia ha avuto una  significativa affermazione Orlando,con percentuali in assoluto le più alte rispetto a quelle ottenute nel resto d’Italia, sostenuto da Carlo Guccione che anche a Roma sanno essere una spina nel fianco di Mario Oliverio da quando,senza preavviso e spiegazioni,lo dimissionò da assessore regionale.Per altro Oliverio,Adamo e l’allegra brigata che rimane della vecchia “ditta” hanno ritenuto di sostenere  Renzi, non direttamente, schierandosi con il ministro Martina oggi diventato vice-segretario unico.A tutti gli effetti,dunque,”renziani” di complemento con insufficienti meriti da vantare.Ma quel che conta e gioca nella vicenda politica di Mario Oliverio è la scarsa considerazione che hanno di lui a Palazo Chigi per l’inconcludenza che segna  ormai metà del suo mandato di presidente della giunta regionale.Non c’è un solo risultato,dal lavoro al mondo della produzione,dai trasporti ai rifiuti,dal turismo alla balneabilità delle acque,alla gestione degli aeroporti,al porto di Goia Tauro in perenne crisi,agli enti sub-regionali nel mirino della magistratura e protagonisti di scandali quotidiani come la Sacal che gestiva gli aeroporti ma era stato trasformata in un carrozzone di clientele e di assunzioni riservate ai politici.Il solito “malloppo”  di spesa pubblica a partecipazione privata  sul quale si fa a gara per metterci le mani sopra.Finita agli arresti la cupola della Sacal,Oliverio ha nominato presidente un prefetto con esperienza di lotta alla criminalità.Giustamente, perché il problema non è capire di aerei,aeroporti, voli low cost e voli charter ma è prevenire e impedire malversazione, appropriazioni indebite, peculati e rendite clientelari della politica.Quando non è un prefetto è un generale, come è accaduto dopo gli arresti di Calabria Verde.Per non dire dei dirigenti apicali coinvolti in delicate inchieste della magistratura.Un quadro così esaltante,visto da Palazzo Chigi,non incoraggia a mettere la sanità e il piano di rientro nelle mani di Gerardo Mario Oliverio, del “grande mestatore” che lo pilota e di quel seguito di geniali dirigenti pagati a peso d’oro che non si è mai riusciti a sapere quali alte competenze vantano e quali risultati possono accreditarsi,quali che siano i settori di competenza.Per concludere se Mario Gerardo Oliverio otterà la nomina a commissario per rovinare del tutto la sanità calabrese, per  man bassa delle assunzioni bloccate e delle nomine manageriali,non sarà perché ha servito Matteo Renzi alle “primarie” ma perché Martina,nel caso in cui venisse nominato commissario Vincenzo De Luca,sceriffo-governatore della Campania,avrebbe facile gioco ,come vice-segretario nazionale del PD, nell’ottenere la stessa nomina per Oliverio.E così,di riffa o di raffa, lo statista di San Giovanni in Fiore avrà coronato il suo sogno.Quanto ai calabresi e al loro diritto alla salute,verosimilmente lieviteranno in maniera esponenziale i viaggi e i ricoveri in ospedali fuori regione.